L’esercito russo affianca Siria ed Hezbollah nella battaglia di Aleppo contro l’ISIS.

Russia guerra in siria

 Di Andrea Atzori

La Russia entra nel vivo, nel cuore della guerra in Siria, a difesa del regime alleato di Bashar Al Assad. L’attacco dell’ISIS alla città di Aleppo, seconda città della Siria, dopo Damasco, è guidato dal capo dei guerriglieri islamici ceceni, responsabile di numerosi attentati devastanti, con centinaia di vittime, eseguiti in territorio russo, che Putin considera come sua bestia nera.

Non è pertanto casuale che l’esercito russo abbia deciso di intervenire proprio in questo fronte della guerra. La paura degli strateghi russi è infatti, quella per cui proprio dalla Siria, in caso di rovesciamento del regime di Assad, i guerriglieri dell’ISIS possano dilagare nel Caucaso, dove le organizzazioni islamiche hanno costituito insediamenti  assai radicati tra le popolazioni anche etnicamente russe.

La ragione per cui difendere la Siria, per la Russia è divenuto nient’altro che uno dei metodi essenziali da percorrere, per la difesa del suo stesso territorio nazionale. L’ingresso della Russia nel conflitto siriano sarà a titolo definitivo fino alla conclusione dello stesso, perchè lo impone un motivo di sopravvivenza nazionale. Di questo gli americani debbono farsene una ragione.

La pressione della Nato sul fronte Ucraino della guerra alla Russia, viene anche alleggerito dall’ingresso ufficiale della superpotenza asiatica nel parapiglia generale ormai scatenatosi in Siria. E lo fa non solo a difesa di Assad ma posizionandosi, anche ideologicamente, dalla parte delle fazioni Sciite esistenti nell’aerea strategica per i suoi interessi nazionali.

In particolare il Libano, fiero nemico di Israele, in cui operano i guerriglieri Hezbollah, alleati della Siria nella guerra contro l’esercito dei terroristi islamici sostenuti dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita. La strategia concepita e posta in atto da Israele e USA è diretta a realizzare un’invasione delle truppe Saudite camuffate da guerriglieri integralisti islamici, del territorio siriano, per poi dilagare nel Libano ed nell’Iran.

Se cadesse Aleppo, la strada verso la vittoria definitiva in questa guerra sarebbe ormai segnata a favore dei nemici della Russia. Le orde dei terroristi integralisti islamici, si espanderebbero in tutta Europa e nell’Asia continentale, costituendo un impero mondiale sotto potere anglosassone. Da qui la nuova convergenza di interessi affiorante tra Russia ed Europa, in fatto di difesa dei valori comuni nell’area del continente euroasiatico.

Per cui la Russia fa il suo esordio dentro al conflitto siriano con a fianco i guerriglieri di Hezbollah, bestie nere di Israele. Un argine che finora ha impedito ad Israele di sfondare in Libano liberandosi di un ostacolo, nel suo disegno di fare terra bruciata dell’intera area mediorientale, portandosi direttamente faccia a faccia con l’Iran, altro alleato della Russia.

In effetti, la Russia, con il suo intervento militare diretto in Siria sta riscoprendo il valore fondamentale della difesa del suo stesso territorio nazionale, da troppo tempo trascurato, a causa del conflitto di interessi tra l’oligarchia russa e lo Stato, causa determinante del crollo dell’impero sovietico.

Una ferita nel fianco della Nazione che induce i suoi nemici a forzare sempre più la sua resistenza con sanzioni economiche mirate contro i grandi patrimoni dei moderni oligarchi al fine di ricreare le condizioni per una frattura, uno scontro tra i loro interessi e quelli dello Stato.  Il che consentirebbe la caduta della Russia nelle mani degli Stati Uniti, come fosse una pera matura, senza bisogno di sparare neppure un colpo, come avvenne per l’Unione sovietica ed il suo impero balcanico.

Gli Hezbollah, accettarono l’invito di Assad a concorrere nella guerra contro le formazioni islamiche integraliste, chiamate dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita a rovesciare con le armi il legittimo governo siriano, in quanto un eventuale sfondamento della resistenza di Assad, avrebbe portato i sauditi direttamente nel Libano e in Iran. Provocando una tragedia ben immaginabile, con l’eliminazione totale delle popolazioni Sciite dalla faccia di questa terra.

Chiaramente, questa mossa della Russia era destinata a non far piacere ad Israele, che fin da quando i fieri guerriglieri libanesi sono discesi in campo a fianco della Siria, risollevando le sorti della guerra a favore del legittimo governo siriano, non ha fatto altro che organizzare spedizioni di raid arei contro le loro postazioni, al fine di diminuire la pressione formidabile che costoro esercitavano contro i terroristi islamici loro alleati.

Soprattutto per il vantaggio del monopolio nel controllo dei cieli da parte dei caccia della stella di Davide, la guerra in Siria ricominciò a volgere al peggio per l’esercito di Assad. Inoltre, con la pseudo-minaccia dell’ISIS e conseguente attacco dei bombardieri americani non contro i guerriglieri ma contro i combattenti siriani, la situazione sul campo si è andata ancor più deteriorando ed aggravando, fino a mettere a rischio la sorte degli esiti del conflitto.

Come preventivato da molti analisti di strategia militare, il rischio di una caduta della città di Aleppo nelle mani dei guerriglieri sauditi, avrebbe reso inevitabile l’intervento delle truppe russe al fianco di quelle siriane. Non era questo, infatti, un lusso che la Russia poteva permettersi. Di rimanere con le mani in mani mentre il mondo le crollava addosso. La città di Aleppo è una porta aperta verso il Libano e la sua caduta avrebbe compromesso, irrimediabilmente tutto l’equilibrio dei rapporti geo-strategici nell’area mediorientale, a favore degli americani e dei suoi alleati.

L’intervento russo ha provocato un sovvertimento dei rapporti di forza tra i due schieramenti contrapposti, in quanto impedisce ad Israele di portare il suo solito aiuto all’ISIS, con l’attacco preventivo dei suoi caccia bombardieri  contro le basi militari dei siriani ed Hezbollah e direttamente anche sullo scenario di guerra. Uno di questi attacchi aerei israeliani, ha distrutto tutti i silos in cui venivano custoditi i missili S300 consegnati dalla Russia alla Siria. Il boato di questa conflagrazione fu tale per cui si pensò persino all’uso dell’arma atomica da parte di Israele.

Putin minacciò Netanyhau, in quell’occasione, di distruggere Israele con la sua forza aerea. Probabilmente l’occasione si sta già presentando, in quanto il presidente israeliano, comincia a protestare per l’intervento della Russia. Se il conflitto si spostasse anche nei cieli a causa dei raid aerei americani e sionisti contro gli schieramenti degli eserciti russi e siriani, credo che la frittata sarebbe bella che servita!

La Russia fa bene ad avvalersi dell’aiuto dei guerriglieri Hezbollah, in quanto la tecnica della guerriglia è molto particolare e può mettere in difficoltà un esercito regolare che non fosse addestrato a combattere contro questo tipo di nemico. Se Hezbollah riprende fiato perchè liberata dai raid aerei  israeliani e USA, è in grado di rovesciare, ancora una volta le sorti di questa guerra.