I 150 anni dell’Unità d’Italia non possono essere una festa se al potere c’è un partito secessionista.

 di Andrea Atzori

Le celebrazioni per l’unità d’Italia rischiano di trasformarsi in una tragica circostanza utile solo per rendersi conto della drammatica realtà che vede il paese già in mano ad una maggioranza politica esterofila che ne ha decretato la morte.

   

Certo, parrebbe un controsenso. Come si può non comprendere che non c’è niente da festeggiare, dal momento in cui quella coalizione al governo è espressione del voto popolare? Se il governo nazionale è formato da una componente politica determinante composta da uomini che non si considerano italiani e guardano all’Italia come ad un paese straniero da disgregare e distruggere, non credo esistano difficoltà insormontabili per capire che non è il momento giusto per festeggiare. A livello istituzionale, pare sia rimasto solo il Presidente della Repubblica, sostenuto dalle opposizioni politiche, a sponsorizzare i festeggiamenti. Il mondo operaio è diviso tra il sindacalismo bianco clerico-papale (Cisl e Uil), orientato sempre sulle posizioni governative, e, pertanto, antiunitarie, e quello rosso (Cgil) fedele alla Repubblica democratica italiana. La confindustria, per bocca del suo Presidente Marcegaglia, si è espressa in modo molto netto contro l’unità d’Italia. L’affermazione per cui un giorno di festa nazionale dedicato alla celebrazione dell’Unità, sottrarrebbe profitto alle imprese è un insulto non solo alla Patria, di cui dovrà rispondere davanti alla storia nel modo più duro ed inflessibile con cui essa reagisce a simili mostruosità, ma che offende l’intelligenza di tutti gli italiani che ancora si sentono tali nel loro intimo. In pratica la nazione è una minoranza dentro al suo stesso territorio. Queste sono situazioni anomale, assolutamente non previste ne prevedibili da parte di un ordinamento giuridico, se non alla stregua di un attacco militare esterno, oppure, di un colpo di Stato interno, ma sempre sostenuto da forze militari straniere che vogliano realizzare un’occupazione territoriale senza spargimenti di sangue, sul presupposto della vigliaccheria conclamata di tutto un popolo. Infatti, se la costituzione italiana afferma solennemente che l’Italia è Una ed indivisibile, come è possibile concepire che un partito dichiaratamente secessionista e filoaustriaco possa mai non solo legalmente nascere, ma addirittura salire al potere?l

Solo questa interpretazione del fenomeno può essere utile, a fornire una spiegazione razionale del fatto stranissimo per cui il ministro della pubblica istruzione, con le organizzazioni delle parti sociali più rappresentative e il governo tutto che ancora nicchia su questa vicenda che segna una evoluzione fondamentale nel processo di degenerazione dell’integrità territoriale della nazione, si oppongono alla fissazione di un giorno di festa nazionale per celebrare l’Unità d’Italia. Tutti sappiamo che i guai giudiziari di Berlusconi stanno svolgendo, in questa vicenda,  tutto il loro influsso perverso. Ma è questa, anche una dimostrazione evidente del fatto che l’alleanza con la Lega nord non fu dovuta alla sdrammatizzazione del rischio che questo movimento rappresentava per la nazione, ma ad un proposito ben preciso di sfruttare la forza eversiva del movimento secessionista per liberarsi dai lacci che la legge italiana prevedeva contro coloro che non intendevano per alcun motivo rispettarla, considerandosi al di sopra di essa. La responsabilità, non si dimentichi, è anche di quelle sinistre che, poco estimatrici di valori come il sentimento patriottico, sempre considerato rivelatore di una mentalità classista di destra, hanno stretto alleanze di governo scellerate con il movimento leghista, e non hanno mai voluto risolvere il conflitto di interessi che opponeva la persona di Silvio Berlusconi alle istituzioni democratiche. Oggi, la Patria è morente, assolutamente incapace di reagire, supina e disposta a subire l’imposizione del giogo straniero. Non solo, ma pure affetta da una forma gravissima di tabù, che è quello di non voler, a nessun costo guardare in faccia la realtà di un coinvolgimento dell’Austria nella destabilizzazione del nord Italia. L’amore per l’Europa unita ha fatto dimenticare l’antico odio che legava le due Nazioni. Per sua sfortuna questo odio non è stato dimenticato oltralpe. Le parole del presidente della provincia di Bolzano sono però sufficienti a riportare tutti alla dura e scomoda verità e realtà dei fatti. A negare questa verità può essere solo un colluso od un vigliacco.

Comunque sia,  cara Italia, non sarà la Lega nord ad impedirci di esprimerti i nostri più sinceri auguri.

Buon compleanno Italia.