Dall’Africa al Medio-Oriente, la rivolta dei popoli contro i poteri oppressivi. L’umanità è ormai proiettata verso il suo futuro, fatto di libertà e democrazia.


di Andrea Atzori




Il nostro pianeta pare attraversato da  un’ondata di sommovimenti rivoluzionari che promettono di trasformare la morfologia politica di interi continenti. La protesta popolare che ha travolto i governi autoritari pluridecennali del Nord Africa, come Egitto e Tunisia e che non tarderà a spazzare via anche il regime di Gheddafi, con l’aiuto della comunità internazionale, si sta propagando, diffondendo, come un incendio,  su tutto il medio oriente e la penisola arabica. Se i calcoli si dimostreranno esatti, assisteremmo ad un fenomeno che avrà dell’incredibile, nella misura in cui avremmo la dimostrazione della verità di una legge che governa i destini del mondo e delle nazioni e che implica il perenne cammino di tutta l’umanità verso il progresso, l’ evoluzione, il riscatto dalla condizione di miseria umana e di sopraffazione dell’uomo sull’uomo.   I regimi dittatoriali e dispotici sono sotto attacco, perché i popoli hanno preso coscienza di se e delle proprie potenzialità, ed hanno deciso di prendere in mano il loro destino. Pacificamente o con la forza quei sistemi di potere di natura feudale verranno travolti ed al loro posto nasceranno nazioni moderne e democratiche, decise ad allinearsi con il resto del mondo civilizzato. La sconfitta per il terrorismo internazionale avverrà per volontà dei popoli arabi e non per l’effetto di guerre mostruose che hanno saputo e potuto seminare solo morte e distruzione. E’ questa la dimostrazione tangibile che contro la volontà dei popoli niente possono, neppure le guerre. Esportare la democrazia con le armi è sempre un fallimento. Quando, però, i popoli decidono che è arrivato il loro momento propizio, tutto cambia di peso e significato. Il terrorismo internazionale contro cui niente hanno potuto gli eserciti delle potenze occidentali, si hanno molte buone ragioni per considerare giunto alla propria fine proprio in seguito alla presa di coscienza dei popoli arabi dei propri diritti e della propria forza, per ribellarsi ai poteri dispotici da cui venivano defraudati delle risorse e delle ricchezze che il loro territorio offriva per il bene di tutti e non solo per i pochi prepotenti, arroganti e violenti che da sempre hanno fondato le proprie inaudite pretese sul fondamentalismo religioso. La rivoluzione dei popoli arabi si estende a macchia d’olio sul Bahrein, sullo Yemen, sulla Siria e già minaccia anche l’Arabia Saudita. La certezza dell’effetto positivo che queste rivolte esplicheranno sulla sconfitta del fenomeno terroristico internazionale è data dal fatto che esso è sempre stato alimentato dal fondamentalismo islamico dietro al quale si annidano le famiglie reali ancora al potere nei paesi arabi. Lo stesso Bin Laden è un rampollo della famiglia reale Saudita. La caduta di questi regimi, significherà anche la fine del terrorismo. Perché il mondo ha bisogno estremo di libertà e democrazia, che và non solo conquistata e difesa, ma coltivata e fatta progredire. Essa è un fenomeno non mai statico, ma, sempre, dinamico, in perenne evoluzione. Le libertà non solo si conquistano ma si devono anche meritare, attraverso il rispetto dei principi e dei valori su cui esse si reggono, sia da parte della classe dirigente, sia di ogni comune cittadino. La nuova politica del presidente Obama sul medio oriente sta già producendo i suoi frutti. Essa sta dimostrando di avere in se stessa il potere di sciogliere e dissolvere, alla fonte, l’odio religioso che sta alla base dello scontro secolare tra ebrei ed arabi. I popoli arabi si sono innamorati ed inebriati del fascino della democrazia. Cioè del sistema che è l’antitesi dell’intolleranza  e del razzismo. Questo dimostra che le responsabilità per i disastri delle guerre non sono mai dei popoli , ma, sempre, dei potenti. Le speranze di pace e di progresso dei popoli sono riposte in una nuova e moderna visione dell’assetto internazionale dei rapporti tra le nazioni, non solo, ma, in modo particolare, nel riconoscimento della dignità di ogni essere umano, aprendo sempre nuove porte alla interconnessione  ed al dialogo e chiudendole, ermeticamente, ai fondamentalismi ed integralismi, sia religiosi che razziali. La decisione delle potenze occidentali di intervenire in Libia a sostegno degli insorti è cosa utile e necessaria. Le paure, espresse da certe parti, di contrario avviso, sulla possibilità di una ripresa del sentimento antioccidentale del mondo arabo a causa delle interferenze straniere, non hanno alcun senso ne ragione. Perché, proprio questa è una circostanza particolare e diversa dalle altre, in cui il popolo stesso chiede ed invoca questo intervento; non è ostile come in altre occasioni, come in Iraq od Afghanistan. Il popolo non si sente aggredito, ma, semmai, difeso. Le accuse formulate dalla Lega nord e dalla Germania, secondo cui gli occidentali vanno in Libia per bombardare, sono totalmente false. Perché chi bombarda contro il popolo Libico è Gheddafi, non la Nato che sta, invece, aiutando questo popolo a prendere in mano il suo destino.  Il progresso e l’emancipazione del nord Africa e di tutti i popoli arabi, passa dalla liberazione dal giogo e dall’oppressione in cui è stato tenuto per secoli dalle solite dinastie legate e sostenute dall’islamismo intollerante ed integralista. Il popolo è rimasto estraneo al benessere prodotto dalle risorse energetiche di cui quei territori sono ricchissimi. La gestione personale e familiare dei giacimenti petroliferi, non solo non ha procurato alcun beneficio alla popolazione, ma l’ha pure danneggiata, in quanto quei regimi sono diventati, sempre più potenti e reazionari, ed oppressivi; la loro forza è divenuta tale da tenere, addirittura sotto ricatto il mondo occidentale che da quelle risorse energetiche dipende per il suo approvvigionamento. I popoli arabi e con essi il mondo intero è ormai arrivato ad un capolinea: o si ribella a questa anomalia storica delle monarchie assolute arabe, o ne verrà travolto, fino alla disperazione. Il fenomeno migratorio di massa, che spinge uomini ridotti all’estrema miseria a cercare scampo alla morte, affrontando i rischi di una traversata via mare fino alle coste italiane, dove li attende un’ostilità sempre crescente da parte sia del governo che dei cittadini, per effetto, principalmente,  della connotazione xenofoba della politica nazionale, è dovuto proprio alla totale chiusura dei regimi africani alle istanze, agli interessi ed ai bisogni della popolazione. Le rivolte in atto sono destinate a propagarsi per tutto il continente africano, là dove esiste potere assoluto e dittatura. Il problema dell’immigrazione clandestina va risolto alla base. Cioè aiutando questi popoli ad emanciparsi. Le risorse immense di cui sono stati dotati dalla natura e che attirano capitali da tutto il mondo, sono una garanzia per il loro progresso e sviluppo economico. Lo sviluppo scientifico e tecnologico mondiale sta portando ad un inculturimento delle masse a livello globale planetario, di cui gli arabi sono tra i più interessati. La spinta al cambiamento è una realtà inesorabile ed inarrestabile. Il progresso umano è una legge naturale che nessun potere reazionario e retrivo  potrà mai fermare. Chi si oppone è solo un indegno invidioso, inadatto al confronto ed alla competizione, solo animato da pretese infondate e desideroso di privilegi personali che non possono trovare asilo in un sistema democratico, e, pertanto, non meritevole di alcuna  considerazione.