Istituzione di eserciti regionali e abolizione del reato di apologia del fascismo: il lupo comincia a calare la maschera.




Di Andrea Atzori

Gli italiani sembrano molto difficili a capire, ma solo per finta. L’importante è lasciar fare. Tutti stanno zitti, in attesa. Nessuno, anzi, si deve azzardare a parlare, a chiamare i fatti con il loro nome. Se lo facesse, verrebbe isolato e messo all’angolo, come una persona strana e sgradita,  che ha rotto un tacito accordo. Rispettare i principi imposti dalla maggioranza politica. Disarmare l’esercito, anzi di più. Dare un esercito a Bossi, che minaccia di abbattere lo Stato italiano con le baionette leghiste del popolo padano. Forse perché quei milioni di fucili tante volte vantati non sono poi così tanto sicuri di esistere, il summit leghista si inventa una legge che gli regala un esercito. Tutti fanno finta di credere alla favoletta della guardia nazionale americana. Gli americani non avrebbero mai pensato ad una cosa simile se a dirla fosse stato un Bossi. L’avrebbero accoppato prima che sputasse la prima sillaba. Non avrebbero avuto neppure il benchè minimo dubbio sulla falsità del suo detto. Tutte le volte che si dicono e si fanno determinate cose, esse dipendono dallo spirito con cui vengono proposte. E lo spirito di un leghista è quello molto noto essere poco propizio ed amichevole verso la nazione italiana. Il nemico lancia la sua provocazione, insinua l’idea che non sia necessario avere un esercito unito e forte per difendere e salvaguardare l’integrità dei confini nazionali. E’ meglio dividerlo in tanti piccolissimi gruppetti di forze sperdute alle dirette dipendenze dei governatori territoriali. Perché la Padania è già uno Stato nell’immaginario collettivo leghista, quello vero che possiede le risorse economiche per costruirsi l’esercito più potente ed attrezzato, in grado di annientare e distruggere tutto il restante territorio italico. Infatti, il leghista non è italiano, è un teutonico. Oltre alla forza degli eserciti d’oltralpe disporrebbe, anche, in questo caso di dissoluzione della forza militare italiana, anche di una sua propria capacità offensiva preponderante, ottenuta in dono, in gran parte, dagli stessi stanziamenti pubblici del molto ben predisposto ed onnissequiente popolo italiano.   Il politico leghista non si sbaglia mai, conosce quale sia il suo tornaconto, ed il modo più veloce e pratico per soddisfarlo. Sa che questo popolo italico è preso da un incontrollato ed incontrollabile sentimento di idolatria personale per l’uomo che deve salvarlo dal pericolo del comunismo, cioè da se stesso! Sa che il mito della superiorità della razza ariana è un caposaldo indistruttibile della comune identità cristiana su cui quel popolo non smetterà mai di trastullarsi. Egli sarà sempre disposto ad inginocchiarsi in devoto segno di  sottomissione  dinanzi ad un essere che oltre ai capelli biondi e gli occhi azzurri faccia anche sfoggio di una accattivante pronuncia con la erre moscia. Questo è il vero, autentico,  ritratto del teutonico dominatore dei cuori mediterranei. Le porte di tutti gli italiani gli verranno aperte ed a Lui costoro si prostrarranno per idolatrarlo. Essi già sono in marcia forzata per condurre le primizie delle fanciulle più leggiadre alla corte del brianzolo assiso sul trono per metà in comodato d’uso. Le divisioni teutoniche si avvicinano, sicure del fato che aspetta solo il momento giusto per compiersi. Un destino deciso dagli dei dell’olimpo, come un tempo per le guerre delle antiche civiltà ormai sepolte. Ma Zeus non occupa ormai più quel trono, al suo posto vi è un sommo sacerdote di razza teutonica.  Guai a coloro che ancora tenteranno di illudersi sull’esito del lontano ultimo conflitto mondiale. Perché esso non fu vinto dalle potenze alleate ma, in definitiva, a conti fatti,  dal dittatore nazista. Egli, infatti, già sta scendendo con tutta la potenza del suo sconfinato esercito sulle pianure mediterranee, mentre il suo servile ed ossequiente governatore italico, gli apre i cancelli del regno. Un popolo servile ha trovato il suo adorato padrone. Gli incensi e le preghiere dei sacerdoti lo incoroneranno. Ogni, anche involontaria allusione all’esistenza di un passato diverso verrà punita severamente. Le generazioni future non sapranno più cosa fosse la Repubblica democratica italiana. I libri di scuola non ne parleranno. L’unità europea sarà, finalmente cosa fatta. Il trionfo del federalismo regionale. La rivincita del Fuhrer.