Finalmente i nodi vengono al pettine. L’opposizione deve godere del fallimento di cui è responsabile il governo in carica. Il popolo così ha voluto, così verrà anche accontentato.

Di Andrea Atzori
Era un finale scontato. Assolutamente inevitabile. Questo sistema politico aveva già scritto in se stesso il proprio terribile destino e quello dell’intera nazione. A nulla varranno i buoni propositi delle sinistre che da sempre offese e bistrattate vengono prese in considerazione solo nei momenti di disperazione.


 Ad esse ci si rivolge solo quando la barca sta per essere inghiottita dai marosi e i ladri della destra sono già scappati con la refurtiva. Dopo anni di accuse e di ingiurie gravissime, dopo le solite proclamazioni di superiorità soprannaturale dell’uomo politico di destra, oggi, non solo si ha la facciatosta di pretendere che siano i c.d. comunisti a salvare il paese dal disastro, votando la manovra finanziaria inconcludente ed inutile concepita a misura del ricco capitalista, ma, addirittura, chiedendo di farlo per il bene del popolo.  Quel popolo che è il primo responsabile di questo disastro e, pertanto, colui che, per primo, dovrà essere chiamato a pagarne le conseguenze. Ebbene, oggi, sull’orlo del fallimento più atroce, saranno gli italiani sempre convinti e sicuri che Berlusconi sia il c.d. unto del Signore, il duce, il comandante che li guiderà in battaglia verso la vittoria? Sono sicuri i signori leghisti, che non sanno fare altro che sollevare il dito medio al suono dell’inno nazionale od allo sventolare del tricolore che Alberto da Giussano scenderà a difenderli contro le orde teutoniche già schierate alle frontiere? Forse, avranno ancora il coraggio e la presunzione di gridare al mondo che i colpevoli sono sempre e solo i comunisti, gli operai, gli impiegati, i giovani senza lavoro, che questa crisi la stanno vivendo giorno per giorno e che non riescono a rendersi conto della truffa mastodontica di cui sono rimasti vittime? Stiamo vivendo l’assurdo di un premier che ancora sostiene di avere un’alta missione da compiere, quella di salvare l’Italia dal comunismo e dai comunisti e poi si rivolge ai comunisti chiedendo loro di salvare l’Italia dal sicuro disastro economico e finanziario in cui la sua scellerata politica l’ha fatta precipitare! Il popolo è stato manovrato, certo, illuso e strumentalizzato, ma, ciononostante, deve anche essere posto dinanzi alle sue responsabilità e costretto a comprendere la gravità dei suoi errori, perché non debba mai più ripeterli. Se la sinistra da una mano a questo governo, che tutti abbiamo ben capito essere privo di qualunque scrupolo di coscienza, ebbene,  avrà dimostrato, ancora una volta, di non possedere il polso giusto per controllare la situazione ed agire in modo freddo e calcolato come solo i grandi politici sanno fare. Oggi è il momento di vendere a caro prezzo le proprie spoglie e far pagare con il sangue i danni causati al paese. Con il buonismo e  la dabbenaggine non si risolverà mai nulla. Per questo abbiamo sempre sostenuto la necessità di una classe dirigente consapevole, irremovibile e dura, per la contrapposizione ad una maggioranza tanto spregiudicata. L’opposizione democratica tutta, pertanto, deve, assolutamente, declinare le richieste di aiuto avanzate da questi  incapaci ed irresponsabili della destra. La crisi in atto viene da lontano e finirà per coinvolgere e sconvolgere tutto il mondo occidentale. Perché le sue radici affondano in un sistema di vita prima ancora che economico. A conti fatti, quando il male avrà finito il suo decorso, tirando i calcoli finali della catastrofe, si comprenderà che alla base di tutto stava la corruzione istituzionalizzata. Uomini e sistemi trasformati in parassiti, desiderosi e bramosi solo di succhiarsi vicendevolmente le energie vitali, come i vampiri, capaci solo di consumare ricchezza ma non di produrla. Si comprenderà che la forza di reazione del terzo mondo alle millenarie vessazioni della civiltà occidentale, che con la violenza si appropriava delle materie prime e delle risorse energetiche di cui i loro territori erano ricchi, ha posto fine al colonialismo su cui si perpetuava il sistema capitalista occidentale. Oggi, purtroppo, timidamente, cominciano a fare capolino i predicatori di un nuovo corso di sfruttamento dei popoli poveri, attraverso l’innesco di un processo opposto e contrario alla globalizzazione, la c.d. deglobalizzazione. Ma sono solo vani miraggi di menti allucinate, forse dall’oppio. I paesi c.d. emergenti, ormai sono già emersi bene a tal punto da imporre al mondo intero le leggi delle proprie economie, come ben si è constatato dal confronto- scontro tra gli USA di Obama e la Cina. Chi ha imposto le sue condizioni nei rapporti economici bilaterali è stata la Cina. Perché il mondo è cambiato a tal punto che non solo l’Europa ma anche l’America sta accusando il peso insostenibile della forza economica di questi colossi mondiali ed è in piena, conclamata crisi.  Il liberismo economico occidentale è stato solo un espediente per tentare un ritorno a modelli di convivenza umana ormai giudicati e condannati dalla storia. Un modo per estorcere risorse economiche alle masse per distribuirle ai già ricchi, tentando una nuova ridistribuzione della ricchezza alla rovescia, togliendo ai poveri per dare ai ricchi. Addolcendo il veleno con la promessa che se stavano bene i ricchi lo sarebbero stati anche i poveri. Era solo una truffa. Quelle risorse finanziarie hanno preso la fuga per le vie che portano all’estero. La moneta europea è, ormai, giunta al suo capolinea. Ha svolto il suo compito, quello di sottomettere le economie dei paesi poveri del mediterraneo a quelle ricche del nord Europa. Dell’Italia rimarrà solo cenere, quella derivante dall’incendio indomabile conseguente alle guerre interne ed esterne che ne seguiranno. L’Europa ha finito il tempo della sua lunga pace. I popoli erano stati avvertiti, ma non hanno creduto. Lasciamo che si prendano le loro responsabilità. Nell’ora del giudizio come si spiega questa disponibilità della sinistra a correre ai ripari per evitare che la casa cada in testa ai suoi occupanti? Lasciamo che gli italiani fascisti comincino ad assaporare il gusto amaro del pane, duro e raffermo, lasciato loro in dono dall’unto del signore, il superuomo, il duce!