Eugenio Scalfari e l’inchino dell’Italia all’egemonia della Germania


Di Andrea Atzori


E’ apparso ieri su “La Repubblica” un editoriale di Eugenio Scalfari, dal titolo “La verità tedesca sull’Europa di domani”, in cui il noto giornalista, a proposito della opposizione della Bundesbank relativa all’intervento di Mario Draghi a favore del salvataggio dell’Euro da parte della BCE, afferma: “Il bersaglio di Weidmann non è Mario Manti ma Mario Draghi, tuttavia “tout se tient” e questo spiega perché Draghi ha dovuto condizionare i suoi interventi sul mercato secondario dei titoli a breve scadenza alla richiesta d’aiuto che Monti dovrebbe fare al fondo “salva Stati” per consentire alla Bce di procedere ad acquisti “illimitati” di quei titoli. La classe dirigente e l’opinione pubblica tedesca vogliono “l’inchino” dei Paesi mediterranei alla politica della Bundesbank. La Grecia, il Portogallo ed anche la Spagna quell’inchino l’hanno già fatto. Il governo Monti ha accettato di fare i compiti in casa di propria iniziativa ma, almeno per ora, l’inchino rifiuta di farlo. E questo è il nocciolo del problema”. E continua: “I mercati da lunedì ad oggi reagiscono in positivo; evidentemente ritengono che nei prossimi giorni anche Monti si inchinerà consentendo a Draghi di entrare in scena”. In altri tempi non molto lontani, prima che l’Italia potesse subire tali umiliazioni, la Germania sarebbe stata costretta a gustare l’acre sapore dei cannoni. Questo, di cui si tratta,  non è un disegno di unificazione europea, ma il dolore del fondo schiena dopo un calcio subito nei fondelli! Ma di quale Europa stiamo a parlare?  Forse il signor Scarfari si riferisce a quell’impero economico e finanziario tanto potente da bypassare quello militare, che la Germania si è costruita in Europa, sfruttando esclusivamente  la collusione della classe dirigente italiana, legata a doppia mandata al potere vaticano, tanto piccolo territorialmente, ma molto più grande in fatto di ricchezze, tesori ed influenze politiche.  La Germania ha conquistato l’Europa solo con la sua astuzia. Perchè una tale situazione di condizionamento non si sarebbe mai verificata se fosse rimasta in vigore la moneta nazionale, o meglio ancora, se l’Italia non fosse mai entrata nella comunità europea. Prima la Germania non contava nulla. E’ cresciuta solo dopo l’introduzione della moneta unica, segno che questo evento è stato molto favorevole e propizio per le sue finanze. I motivi sono chiari. Il fatto dell’unione monetaria senza quella politica. Euro usato come moneta nazionale tedesca. La Germania ha dissanguato i partner, ridotti a paesi domati militarmente, alla stregua di quelli balcanici. Inoltre, l’unificazione tedesca ha rilanciato il sogno della grande Germania, anche se non ne ha favorito la crescita in quanto il territorio dell’Est, per la sua situazione di miseria è costato un’immensa fortuna risollevarlo. Sono spese che ancora incidono  sul debito pubblico della Germania, alto quanto quello dell’Italia. Il peggio dell’articolo di Scalfari viene dopo quando afferma che la crisi economica in atto ha reso coscienti i governanti europei della necessità di passare dalla Confederazione alla Federazione degli Stati d’Europa. Anche la Francia sarebbe d’accordo, ma la Germania pone come condizione la sua egemonia. Scrive Scalfari:”Non sappiamo come la pensi il nostro presidente del Consiglio in proposito. Probabilmente considera inevitabile che nella fase iniziale di questo processo quell’egemonia sia necessaria. Storicamente è sempre stato così, il passaggio dalle confederazioni agli Stati federali è sempre avvenuto per iniziativa di una forza egemone. Ma nel prosieguo il tempo modifica le situazioni, l’opinione pubblica europea acquista consistenza, gli interessi federali hanno la meglio su quelli pre-esistenti. E tanto più sarà così nel quadro d’una economia globalizzata a livello planetario, con flussi continui di capitali, tecnologie, divisione del lavoro, diritti di cittadinanza e interessi sociali in perenne mutamento; con istituzioni logore da abbattere e con tradizioni, culture e memorie da rivisitare e conservare.”Ecco arrivati al nocciolo del problema. Il lupo ha gettato la maschera. Non solo l’Italia si inchinerà alla Germania, ma si sottometterà al suo giogo militare, in modo pacifico, senza sparare neppure un colpo. Dubito molto che questo sia anche il punto di vista della Francia. Certo, con Sarkozy, i rapporti della Merkel erano molto buoni. Ma proprio questo lascia intendere che sotto esistesse un accordo sotterraneo che lega le due nazioni guida, nel tentativo di spartirsi il potere e, con esso, il frutto del saccheggio ai danni dei paesi “peones” dell’area del mediterraneo. Dove, Scalfari, abbia trovato scritto che gli Stati federali si siano formati tramite il ruolo egemone di una nazione è cosa molto misteriosa. L’esempio dei pochi casi di nazioni federali in Europa e negli USA, non ci fornisce alcun dato a favore di questa stranissima tesi, anzi. In Germania ed in Svizzera la federazione non si è formata con “l’inchino” ad alcun altro Stato confederato. In USA, sappiamo della guerra di secessione, vinta dai paesi del nord contro quelli del sud, divisi dal problema dello schiavismo.  Ma si trattava di una Federazione di Stati già in essere.  Le federazioni non si formano tramite l’egemonia di uno Stato sugli altri, ma per la presa di coscienza e l’accettazione della comunanza di  interessi, di natura prima politica e solo poi economica, che induce i governanti alla costruzione di una Federazione di Stati. Se la Germania pone come condizione “sine qua non” la  questione della sua egemonia, tradisce la sua grande smania di divorarsi quelli che considera piccoli e poveri Stati, non in grado di reggersi da soli, ma che hanno bisogno dell’appoggio di uno Stato forte per evitare il traccollo. Il principio egemonico esiste solo nei sistemi imperialisti, in cui uno Stato domina gli altri, riducendoli in schiavitù. In Italia, il vero problema, non è il salvataggio dell’euro, assai più importante per la Germania che su di esso specula e fa affari,  ma la sua classe dirigente di inetti, la cui superiorità è fondata solo sul sistema di privilegio, garantito dalla convinzione popolare della sua derivazione trascendentale.  In pratica è solo questione di liberazione dall’ignoranza e dai pregiudizi, derivanti dal fatto di avere il vaticano in casa. Il nostro paese è quello più corrotto al mondo. Preda della malavita organizzata, salita in cattedra ad impartire lezione di malaffare. I provvedimenti a danno dei lavoratori e delle classi meno abbienti, in Italia, passano per questo motivo. Per lo stesso motivo, l’aritocrazia del danaro non viene assolutamente sfiorata dalla crisi nè dalle manovre finanziarie del premier Monti.  Della situazione di disastro e sfacello nazionale, fino alla sottomissione dell’Italia alla dominazione tedesca, il popolo deve sapere. Deve sapere chi è il responsabile, per poterlo ringraziare. Quella classe dirigente inossidabile tenuta al potere per decenni, a cui ha sempre rinnovato il suo consenso. Politici inetti, che hanno sempre e solo pensato ai propri interessi personali, disinteressandosi di quelli superiori della nazione.