Il Presidente Napolitano e la costituzione stravolta.





Di Andrea Atzori


Le invasioni di campo del presidente Napolitano, sono sintomatiche del momento critico attraversato dalle istituzioni democratiche nazionali. Egli si comporta come un presidente di uno Stato retto a regime presidenziale, non parlamentare, come lo è quello nostro attuale. Mira a trasformare la costituzione secondo i suoi disegni di padre costituente, senza averne alcuna autorità. Sfrutta il suo ascendente in entrambi gli schieramenti politici contrapposti ma, ormai pressochè indissolubilmente legati e confusi, dentro ad un sistema che doveva essere bipolare. La quale situazione è fonte di estremo imbarazzo, in quanto assomiglia più ad una dittatura che ad una democrazia. Ecco, Napolitano ha perso la sua veste di rappresentante imparziale delle istituzioni, garanzia di indipendenza e di difesa e protezione delle minoranze politiche, innanzitutto. Ha perso il retto cammino che la costituzione in vigore ha tracciato per la garanzia di conservazione dei principi democratici più autentici. Napolitano protegge le maggioranze innaturali che mirano solo a calpestare le minoranze e, possibilmente, sbarazzarsene. Questa è la strada più veloce per inforcare il traguardo della dittatura. Egli non agisce con buoni propositi, ma perfettamente cosciente dell’anomalia storica  che rappresenta.