La guerra in Ucraina sprofonda già in guerra mondiale. La Nato scalpita di scontrarsi con Russia e Cina.





di Andrea Atzori



L’escalation della guerra in Ucraina è un sintomo evidente che l’attrito tra occidente ed oriente, i due emisferi del pianeta Terra, si sta facendo, giorno per giorno, più rovente.



La città di Donetsk, una metropoli di un milione di abitanti, è sotto il tiro dell’artiglieria ucraina da mesi. I suoi quartieri, anche quelli centrali, sono stati ridotti ad un cumulo di macerie, e la lotta tra esercito regolare e rivoltosi filorussi, si sta facendo serrata.

Si combatte  casa per casa, sotto il continuo martellare dei bombardamenti aerei ed il boato dei cannoni. La popolazione civile è stata costretta ad evacuare, per lo più in Russia, dove, pressoché tutti, hanno parenti presso cui trovare rifugio. Carovane interminabili di veicoli stracolmi di civili in fuga, hanno lasciato la città, ormai destinata ad una fine preannunciata, che ricorda molto quella di Stalingrado, durante il secondo conflitto mondiale.

I massacri di civili non si sono fatti attendere, come, ormai, tristemente preventivato.  Scuole, ospedali e carceri, sono stati obiettivo privilegiato del fuoco incrociato di artiglieria pesante e cacciabombardieri. Dalle stime rese pubbliche dall’ONU, questa guerra fratricida è costata la vita ad oltre 3000 persone, tra combattenti e civili e minaccia di diventare una vera e propria ecatombe umana, una pulizia etnica, in perfetto stile colonialista occidentale.

I territori teatro di questa  terribile guerra, apparentemente, senza senso, sono oggetto di mire senza scrupoli, da parte dei grandi e ricchi, potenti padroni delle risorse mondiali di gas e petrolio, di cui questi territori sono, abbondantemente, dotati, nel loro sottosuolo. Un accordo, siglato tra lo stesso Yanukovich e la società americana Shell, impegna l’Ucraina a rendere disponibili per lo sfruttamento, circa 700.000 ettari di queste terre, ricorrendo alla smobilitazione forzata dei loro abitanti.

Con gli eventi bellici in corso, la popolazione residente nel Donbass, tra profughi e massacri senza limiti alla ragione umana, sta per essere eliminata, senza che si paghi neppure un minimo di risarcimento per le loro perdite patrimoniali. Un sostanzioso risparmio per le casse di queste multinazionali senza scrupoli, per le quali, la vita di un uomo vale meno di un cumulo di spazzatura.

Ma non tutta l’evoluzione degli eventi, sta avendo quella sperata e felice conclusione a cui, le forze internazionali protese nel perseguimento di questo folle disegno di accaparramento violento delle risorse energetiche mondiali, sono proiettate. La Russia di Putin si è già messa di traverso, ben decisa a scongiurare il peggio, cioè una vera e propria catastrofe umanitaria che sotto forma di pulizia etnica, conduca ad uno svuotamento coatto di quelle regioni, ricche di materie prime, di industrie pesanti e giacimenti di risorse energetiche.

L’esercito russo è in stato di mobilitazione permanente, pronto ad intervenire in qualunque momento se l’emergenza lo richiedesse. Il dispiegamento di forze militari ai confini tra i due paesi è imponente. Le capacità delle forze armate russe nel difendere il loro paese, sono una dimostrazione che la storia ci ha tramandato da secoli. La Russia è una potenza continentale che gioca bene il suo ruolo proprio quando gioca in casa.

In uno scontro frontale con la Nato darebbe il via al pieno sfogo di tutte le sue risorse belliche. Ogni esercito che ha osato sfidare il gigante asiatico nel suo stesso habitat, è rimasto stritolato in un meccanismo di morte spietato. Morti orrende che solo questo austero ed orgoglioso mondo sa riservare ai profanatori del suo tempio incontaminato.

La Nato accusa la Russia di essere coinvolta direttamente, nel conflitto  tra Kiev e filorussi del Donbass, con l’invio di uomini e strumenti militari. La Russia nega recisamente, senza neppure obiettare che gli occidentali hanno armato e vettovagliato per anni, un esercito di terroristi spacciati per rivoltosi, nella Sira di Bashar al Assad, senza che neppure si sentissero nella necessità di respingere tali accuse, talmente erano evidenti.

Oggi che quei terroristi stanno allagando di sangue tutto il medio oriente, con le voglie sconfinate dell’Isis  di Al Baghdadi, di scatenare una guerra contro tutto l’occidente cristiano, la Nato si arroga il diritto di intervenire in Siria per combattere quegli stessi terroristi che essa stessa ha istigato all’odio contro il popolo siriano, anch’esso mussulmano. Senza neppure porsi il problema del fatto che, dinanzi al mondo che osserva, attonito ed incredulo all’avverarsi di questi eventi, gli USA di Obama, potrebbero benissimo essere sospettati di  avere ordito tutta la messinscena degli eccidi commessi dal nuovo Al Qaeda, solo per avere il pretesto di intervenire, finalmente, in Siria, dove, la resistenza strenua dell’esercito di Assad, ha impedito, finora, che la Siria crollasse sotto i colpi di una schiera infinita di mercenari armati fino ai denti dalla Nato.

L’astuzia degli occidentali consiste sempre nel trasformare ogni conflitto internazionale in cui sono coinvolti fino al collo, in una guerra di religione, in uno scontro tra civiltà. Anche questi eccidi e massacri contro popolazioni cristiane, ma, pur sempre arabe, eseguiti dai terroristi di Al Qaeda, sono nient’altro che il corrispettivo reciproco dell’assalto terroristico alle Torri gemelle, di New York, posto in essere all’esclusivo scopo di giustificare la guerra all’Iraq di Saddam Hussein.

Che anche Al Baghdadi sia alleato forte di Obama, lo provano le fotografie che lo ritraggono al fianco del senatore statunitense John McCain. Questa brutta storia dell’ISIS, funzionerà come un cavallo di Troia, per consentire agli americani di affondare il loro scarpone militare nel territorio siriano. Questa ostinazione Usa di abbattere il regime di Assad, si giustifica con l’importanza rivestita dalla Siria come porta aperta verso l’Asia. L’accerchiamento del continente asiato non è, infatti, ancora completo.

Intanto, la Nato continua ad accusare la Russia di avere sconfinato con il suo esercito in territorio ucraino e minaccia forti rappresaglie. Un piccolo esercito di mille uomini, avrebbe attraversato le frontiere con l’Ucraina, in una zona del sud dell’est Ucraina, in cui i filorussi non avrebbero ancora esercitato la loro forte pressione militare.  Le truppe di Kiev ivi stanziate, sarebbero state accerchiate e rischiano seriamente di non sopravvivere, essendo prive di alimenti e acqua potabile.

Putin stesso è  intervenuto personalmente, chiedendo ai filorussi di aprire un corridoio umanitario per consentire loro di uscire da quella trappola mortale. Ma il capo dei filorussi ha obiettato che nessuna resa verrà consentita se prima non deporranno le armi.  La Russia ha anche proceduto all’invio di 1800 tonnellate di aiuti umanitari alle popolazioni civili di Lughansk ormai stremate da fame e stenti.

Un convoglio umanitario di 180 autotreni carichi di beni di sussistenza, sono stati donati dalla popolazione di Mosca ed inviati alla frontiera con l’Ucraina, dove sarebbero dovuti essere presi in consegna dalla Croce Rossa internazionale. Ma al passaggio di frontiera, le truppe di Kiev non hanno consentito loro di andare oltre. Con atto d’imperio, il convoglio dei camion bianchi spedito da Mosca, ha attraversato il confine contro la volontà delle autorità ucraine, che non hanno opposto la forza per non provocare un intervento militare dell’armata russa, schierata alla frontiera.

A Kiev Poroshenko, il presidente ucraino, ha gridato all’invasione diretta della Russia, del territorio nazionale ucraino. Ma il convoglio ha potuto proseguire fino alla sua destinazione, dove ha scaricato il suo prezioso contenuto di beni di sussistenza per la popolazione ridotta ai limiti della sopravvivenza e rientrare quindi verso la sua patria dimora.

Intanto gli USA hanno diffuso video e foto satellitari in cui risulterebbe che la Russia ha sconfinato in Ucraina con un esercito di oltre mille soldati ed attrezzature militari avveniristiche. Ma la Russia nega in modo deciso e determinato, giudicando dei falsi le prove addotte dagli americani.

Obama ed i suoi alleati europei minacciano di rappresaglie la Russia. Finora solo con sanzioni economiche, ma dichiarano anche di passare a vie di fatto, con decisione da prendere nel prossimo vertice dalla Nato che si terrà a giorni nel Galles. Parrebbe che stiano progettando di allestire un esercito da spedire alla frontiera con la Russia, per attaccare l’Armata Rossa direttamente sul suolo russo.

Putin minaccia di ricorrere, fin da subito, all’uso di armi nucleari contro L’Europa e gli USA. La Cina, intanto, tiene in stato di allerta il suo esercito, in seguito a numerose provocazioni degli aerei spia americani che varcano i confini nazionali cinesi per carpire i segreti delle sue basi militari. Un caccia cinese ha sfiorato la collisione con un velivolo militare americano, creando un incidente diplomatico tra i due paesi.

La Cina è pronta alla guerra con il Giappone per le isole Senkaku, ma non solo. Rivivono tutte, anche a queste latitudini, le questioni non risolte del secondo conflitto mondiale. Gli USA stanno allestendo una flotta gigantesca dinanzi alle coste cinesi, pronte a sferrare un attacco fulminante. Ma la Cina non si sconvolge e progetta, a sua volta, di approfittare della botta che le forze Nato subiranno dallo scontro con la superpotenza russa, per poi  travolgere il Giappone, prima di presentarsi dinanzi al continente nord americano. L’India non troverà remore di sorta nel dare man forte alla Russia nel finire quel che rimarrà dell’esercito Nato in Europa, dopo quella che diverrà la terza rotta subita dall’occidente, nel tentativo di invasione del gigante asiatico.

Dicono che questo inverno sarà il più freddo dell’ultimo secolo. Forse anche la natura prepara già il rinnovo del patto che la lega alla Russia, nel suo sforzo di liberarsi dalla morsa letale che gli occidentali non mancano mai, nonostante le esperienze storiche drammatiche subite, di riproporre.

L’Europa invece, già si prepara ad un inverno all’addiaccio, considerato che la Russia ha già disposto di staccare la spina del gas. I nodi che si annidano dentro allo spirito umano sono venuti al pettine. E, come sempre, sarà uno sferragliare di armi a dar loro libero sfogo. In fondo, la fine dell’uomo, è già scritta dentro al profondo del suo essere. Un terremoto che porterà distruzione e morte nel pianeta Terra, ma che non verrà neppure percepito nel resto dell’Universo circostante. L’uomo non è importante, conta meno di una formica!