L’isterismo occidentale allo scacco matto della Russia in Siria.

Di Andrea Atzori

Spiazzate dall’intervento militare della Russia in Siria, le potenze occidentali reagiscono come nella favola di Esopo “la volpe e l’uva”. L’uva non è più buona, non si può mangiare, perché è cruda. Ma solo perché la volpe non è tanto agile da poterla afferrare. Sa bene che non avrebbe certo dato fondo a tutti i suoi sforzi, se non fosse certa che l’uva era bella matura! Solo che non è riuscita nel suo intento e crede di consolarsi negando l’evidenza e la verità.

La presenza delle forze armate russe in Siria, ha complicato i piani degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Diventa troppo difficile ingoiare la preda d’un solo boccone. In questo modo, loro affermano, non si riuscirà mai a debellare il terrorismo islamico. Senza neppure rendersi conto del ridicolo di cui si coprono, non considerando il fatto che la Siria di Assad è un paese laico, quindi non terrorista! Il tam tam mediatico orchestrato dai poteri guerrafondai, si rivolge alla Russia accusandola di funzionare come un bastone messo in mezzo alle ruote della loro macchina da guerra.

La vera causa del male sarebbe Assad, in quanto sarebbe Lui ad avere costretto i terroristi ad armarsi per detronizzarlo. In pratica, senza Assad, i guerriglieri islamici non sarebbero mai esistiti, in quanto essi avrebbero solo una funzione anti-Assad. Se partiamo da queste premesse, dovremmo anche giustificare il male provocato da loro come necessario e quindi da tollerare. Importante sarebbe solo il conseguimento del fine, cioè l’abbattimento del regime siriano al potere. Nella loro stoltezza non si rendono conto neppure del ridicolo di cui si stanno ricoprendo.

Infatti la storia del conflitto tra Usa e Russia sta riproponendo agli occhi dell’opinione pubblica mondiale un evento già vissuto. Cioè la guerra in Afghanistan, in cui i russi dovettero soccombere dinanzi ad un esercito di guerriglieri organizzato, equipaggiato e finanziato dagli Stati Uniti d’America e dall’Arabia Saudita. Molti analisti, infatti, sono convinti che questa storia si ripeterà ancora in Siria. Ma a parer mio personale, si sbagliano e di grosso.

Innanzitutto perché i dirigenti russi di allora non erano motivati, essendo più assorbiti nella loro lotta, poco ideologica ma indefessa, di rubare il più possibile dalle casse dello Stato per poi mandare in malora l’impero e poter così scappare all’estero, a godersi il frutto dei loro crimini, come infatti è accaduto. Anche il regime comunista cinese si è salvato solo in virtù del fatto di avere scatenato una guerra vittoriosa contro la corruzione. Decretando la pena di morte contro i corrotti, che vennero eliminati tramite esecuzioni di massa, con un colpo di pistola alla nuca! Questo fu l’inizio della risalita del gigante asiatico, dal tunnel del disastro. L’incapacità e la superficialità dimostrata dalla classe dirigente russa nella gestione della guerra in Afghanistan è stata qualcosa di veramente aberrante.

Ad esempio, venne inviato un esercito di carri armati in un terreno di battaglia dalle caratteristiche montagnose e per di più contro un avversario che agiva con una tecnica militare che non era quella degli eserciti tradizionali. Un esercito forte e compatto eccelle solo contro un nemico con le stesse caratteristiche. La guerriglia terrorista non può essere affrontata con questo sistema, per di più in un ambiente che le si adatta alla perfezione, cioè le montagne ricche di caverne e grotte in cui è facile rifugiarsi e nascondersi. Strano, incredibile ma vero, l’esercito russo non fece ricorso all’arma aerea, elicotteri e caccia bombardieri, per attaccare dall’alto questi combattenti, avvezzi a colpire all’improvviso e poi sparire nel nulla.

Di questa circostanza, abbiamo già una prova diretta proprio nella guerra in Siria, quando l’esercito lealista, concepito come una forza compatta e possente, si trovava a disagio nel combattere i terroristi armati dagli americani. Le sorti della battaglia mutarono però quando al fianco dei siriani scesero i guerriglieri libanesi di Hezbollah. Infatti furono proprio le difficoltà incontrate dai c.d. ribelli anti-Assad a spingere il Pentagono a creare un pretesto, l’uso di armi chimiche da parte dei siriani, per l’intervento diretto degli Stati Uniti tramite raid aerei e missili, lanciati da portaerei e incrociatori, che non avvenne solo perché la Russia si mise di traverso. Proprio come sta accadendo adesso, anche se la situazione si è, chiaramente, assai più aggravata, anche a causa del conflitto in Ucraina, che gli USA hanno innescato proprio per ritorsione contro la Russia di Putin, in seguito ai noti eventi in Siria.

Gli Stati Uniti, infatti, dopo la, pure labile, tregua di Minsk 2 in Ucraina, hanno deciso di tornare sul teatro di guerra in Siria, sfruttando la presunta minaccia alla civiltà occidentale rappresentata dalle forze del terrorismo islamico, un esercito di 50.000 guerriglieri, dilaganti in Iraq e Siria, essendo armati fino ai denti e finanziati, dai nemici di Bashar al Assad, cioè Arabia Saudita, Turchia, USA, Israele e altri paesi Nato come la Gran Bretagna, la Francia e persino l’Italia.

La fiducia in questa operazione, è stata riposta proprio sul fatto che la Russia ne avesse già abbastanza in seguito alle sanzioni economiche inflitte dai paesi occidentali ed ai massacri subiti dai filorussi nella guerra in Ucraina. Ma una superpotenza come la Russia ha bisogno di ben altro per essere asservita e sottomessa. Merkel ed Hollande sono andati di corsa, trafelati al Cremlino da Putin, quando ormai, hanno cominciato a capire bene di cosa sia capace la Russia, dopo i fatti di Debaltseve. In ogni caso, non dobbiamo dimenticare mai, che si tratta di una guerra globale programmata e combattuta dagli americani fin dall’11 settembre del 2001, dopo il crollo delle Torri Gemelle. Evento già preordinato a questo catastrofico fine.

Non credo, pertanto, che l’esercito russo possa andare incontro ad una sconfitta avvilente come quella subita in Afghanistan, prima di tutto perché la situazione politica è ben diversa, in secondo luogo, in quanto gli eserciti moderni, in particolare quello russo, sono ormai, attrezzati anche a combattere contro la guerriglia, oltrechè contro eserciti tradizionali. Anche il territorio siriano è ben diverso ed i margini di operatività dei grandi blindati militari ne sono assai accresciuti e favoriti. Pensiamo, inoltre, alle armi moderne, come quelle nucleari tattiche, oppure a quelle che succhiano ossigeno dai sotterranei o tunnel in cui i terroristi si potrebbero nascondere.

Inoltre, quasi sicuramente, si sta preparando un intervento di terra delle potenze della Nato in Siria. Non saranno certo i terroristi a far paura in un teatro di guerra ormai globalizzato. La stessa Cina non tarderà a scendere nella mischia. Ciò che maggiormente stupisce in questo conflitto è l’atteggiamento dei belligeranti, che tentano di influenzarne le sorti tramite la propaganda mediatica, usata come arma per cambiare a proprio favore le sorti dello scontro militare. Pare impossibile da concepire che nel mondo moderno, l’esistenza di uno pseudo dittatore, come viene dipinto il presidente siriano Assad, possa mai essere un motivo plausibile per scatenare una guerra mondiale.

Va bene, gli americani sono venuti in Europa negli anni ’40, con le loro portaerei ed hanno sconfitto Hitler e Mussolini e portato le loro libertà democratiche, di cui sarebbero gli autentici depositari e custodi, come tutti i popoli anglosassoni. Non i greci ma gli anglosassoni avrebbero inventato la democrazia. Quella dei naziskin ucraini, per intenderci! Questa sarebbe la favola raccontata ai bambini di scuola, ma la realtà, al contrario è molto, molto diversa. In ogni caso, parrebbe, che dovunque si annidino dittatori gli anglosassoni si sentano nel diritto sacrosanto di invadere, distruggere, riportare un’intera civiltà all’età della pietra, causando esodi di masse infinite di popoli in altri continenti, infidi ed ostili, per mare e per terra, facendoli morire come mosche!

La colpa sarebbe di Assad, o di Gheddafi. Ma durante i loro regimi, queste catastrofi non accadevano. Anche l’Iraq di Saddam Hussein era ben diversa da quella attuale. La verità è che la Casa Bianca ha dimostrato essere più una grande artefice di colpi di Stato che nemica delle dittature. Le repubbliche delle banane in sud America erano tali solo in quanto i c.d. Golpe venivano periodicamente organizzati dagli USA per disfarsi di governi non loro amici. Contro la dittatura di Pinochet non è mai stata combattuta alcuna guerra dalle forze Nato. E neppure contro la dittatura dei colonelli in Grecia.

Però un colpo di Stato lo fecero in Italia con l’omicidio di Aldo Moro. Atti di terrorismo diretto alla destabilizzazione politica, hanno fatto tremare il bel paese negli anni di piombo. Ed oggi si continua con governicchi che hanno tanto l’aria di essere solo dei fantocci nelle mani dei neo-colonizzatori. Ma anche Putin è un dittatore ed il presidente cinese Xi Jimping. Per gli anglosassoni sono da destabilizzare e uccidere. Nessun potere che non accetti il loro giogo è democratico. Solo le repubbliche delle banane lo sarebbero. Per questi motivi, l’intervento russo in Siria non è congeniale agli americani. Per esserlo, la Russia dovrebbe abbandonare il suo fido alleato Assad e consentire loro di mandarlo a morte. Dopo di che in Siria verrebbe instaurato un fido governo alleato USA, la guerra sarebbe finita, ma ricomincerebbe subito quella in Ucraina e, quasi scontato, anche quella nel pacifico contro la Cina.

La Russia viene irretita con una piccola promessa, quella di avere risparmiato il suo porto di Tartus dove tiene ancorate le sue navi da guerra. Piccola concessione, come si usa per gli Stati ormai succubi, già considerati come dei vassalli, da domare e dominare, non come delle terribili e devastanti potenze nucleari, quali sono. La mia impressione personale è che queste premesse non portano da nessuna parte. Un vicolo cieco senza alcuna possibilità di sbocco è già stato infilato. I nodi sono venuti al pettine. Se è vero, come è vero, che nessuno è fesso!