Aereo russo A321 della Metrojet, con 224 passeggeri a bordo, precipita nel Sinai, in Egitto. Guasto tecnico o attentato Isis?

Di Andrea Atzori

Rientrava a San Pietroburgo da Sharm El Sheik, l’Airbus A 321, volo Low Cost, della compagnia russa Metrojet, caduto nelle montagne del Sinai in Egitto, per cause ancora imprecisate.

A bordo viaggiavano 224 passeggeri, 63 uomini, 138 donne, 16 bambini dai 2 ai 17 anni, oltre ai 7 membri dell’equipaggio, di nazionalità, quasi esclusivamente, russa, tranne tre ucraini.

Dopo appena 23 minuti dal decollo dall’aeroporto, il velivolo è scomparso dagli schermi radar della torre di controllo, senza che, i controllori di volo egiziani, avessero potuto stabilire con certezza che fine avesse fatto. Dalle ricerche, prontamente avviate, risultò essere precipitato nelle montagne del Sinai, ma le autorità del volo egiziane, insistevano nello smentire queste voci. Venne poi divulgata la notizia del ritrovamento dei rottami dell’aereo, ma la conferma tardava ad arrivare. Fino a che è stato diffuso un comunicato dell’esercito egiziano, con cui i dubbi sono stati del tutto fugati e tutto il mondo, ancora con il fiato sospeso, ha, purtroppo, dovuto prendere atto di questa realtà di fatto non più opinabile.

Agli occhi dei primi soccorritori si è presentata una scena straziante, di devastazione, orribile e raccapricciante. Raccontano di voci di dolore e sofferenza provenienti dalle lamiere contorte disseminate in un territorio esteso oltre cinque chilometri. Sono stati recuperati finora circa 163 cadaveri, ma non si nutre speranza alcuna di poter rintracciare dei sopravvissuti. La notizia è rimbalzata da un capo all’altro del pianeta. Le unità di crisi del centro per la sicurezza dei voli della Russia si è messa subito in contatto con i referenti egiziani per concordare il loro intervento immediato sul luogo del disastro.
Uno staff di scienziati e specialisti russi è già operativo sul posto, sin dalle prime ore di questa mattina e hanno potuto iniziare ad eseguire i rilievi del caso, in primo luogo recuperando entrambe le scatole nere, ancora integre. Come risulta anche dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal ministro dei trasporti russo, Maxsim Sokolov, precipitatosi immediatamente, sul luogo dello schianto. Parrebbe, dalle dichiarazioni rilasciate a caldo dagli esperti dopo l’apertura delle scatole nere, che risulti trattarsi di un’esplosione in volo.
Non, pertanto, del blocco di uno dei motori, come era stato paventato fin dall’inizio. Infatti, alcuni tecnici dell’aeroporto egiziano, avevano insinuato l’idea del guasto tecnico, essendo il velivolo in oggetto in servizio da oltre diciotto anni, per conto di numerose compagnie di volo internazionali, prima di passare alla flotta russa della Metrojet. Sia il suo stato di usura sia anche la testimonianza di alcuni dipendenti del servizio tecnico dell’aeroporto egiziano, secondo cui i piloti russi avrebbero lamentato la difficoltà di avviare uno dei motori dell’aereo, hanno fatto propendere da subito per la tesi del guasto tecnico.
Ma i sospetti circa la possibilità di un atto terroristico, si sono fatti sempre più insistenti, fin dal momento in cui si è appreso che le montagne del Sinai, su cui si è schiantato il velivolo russo, sono teatro della guerra che oppone i guerriglieri dello Stato islamico c.d. ISIS, all’esercito egiziano. Ipotesi, fin da subito, smentita sia dall’Egitto che dalla Russia. Infatti, non appena appresa la notizia, le autorità moscovite hanno subito diramato un ordine alla compagnia aerea proprietaria dell’Airbus, di fermare tutti i voli della propria flotta aerea, in attesa di verifiche. La paura è quella per cui, come spesso accade nel settore di questi viaggi internazionali Low Cost, i controlli sull’efficienza dei vettori aerei, siano molto scarsi, per motivi di natura economica.
Il presidente Putin ha indetto un giorno di lutto nazionale. A Lui sono arrivate le condoglianze di tutti i capi Stato del mondo. Si tratta del disastro aereo più grave di tutti i tempi, per la Russia. Purtroppo, questa vicenda triste e tragica, non finisce quì. Infatti è stata diffusa sul Web dai terroristi islamici dell’ISIS, una rivendicazione del gravissimo incidente aereo, avvenuto sul Sinai. Addirittura supportata da un video in cui si vede un aereo precipitare al suolo, rilasciando dietro a se una lunga scia di fumo nero. I terroristi, in questa delirante dichiarazione, affermano di avere agito per punire la Russia per i raid aerei eseguiti in Siria, contro le loro formazioni militari, che hanno causato la morte di centinaia dei loro soldati.

Se così fosse, non esiste chi non possa comprendere le analogie di questo abbattimento aereo con quello dello Mh17 malese, fatto precipitare in Ucraina il 17-luglio-2014.  Atto della cui paternità ancora si discute, essendo le colpe ribaltate tra ucraini e russi. Accade, infatti, anche in questo caso, che l’aereo sia precipitato nel luogo in cui si svolge un conflitto militare. Isis contro esercito egiziano. Come nel Donbass, ucraini contro filorussi. Solo che, questa volta, le parti sono invertite. Non più russi che armano i separatisti filorussi, ma americani che armano i guerriglieri sauditi, utilizzati nella loro guerra imperialista contro la Russia, fin dai tempi della guerra in Afghanistan combattuta dall’Unione sovietica contro i Mujahidin, guerriglieri sauditi, capeggiati da Bin Laden, principe della real casa saudita, armati appunto, dall’Arabia Saudita e dagli USA, in funzione antisovietica.
Se questa rivendicazione si rivelasse fondata, si tratterebbe di un missile lanciato da un lanciarazzi a spalla, di cui sarebbero dotati questi terroristi islamici, capace di raggiungere e colpire, quindi abbattere, aerei che volino ad un’altezza fino a 5000 metri. Poichè però l’A321 russo volava ad un’altitudine di circa 9400 metri, questa ipotesi viene considerata poco credibile sia dagli egiziani che dai russi. Fino a prova contraria, ovviamente.

Dalle prime indiscrezioni, rilasciate dai periti russi, risulterebbe trattarsi di un’esplosione in volo. Ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi di una bomba oppure, anche di un missile terra aria, di cui per adesso non si sa essere dotati questi combattenti islamici. Ma è talmente tanta la quantità di armi che, sia i paesi Nato, sia l’Arabia Saudita, hanno riversato nel Daesh, che non si può escludere che tra le altre cose, anche questo tipo di arma sia finito nelle loro mani.
Intanto, pare molto strano il fatto che, mentre ancora nessuno aveva sollevato questo sospetto di un attacco missilistico da parte dell’estremismo islamico, tutte le compagnie internazionali di volo, abbiano dato informazione di avere escluso quella rotta dalle loro destinazioni.  Come se avessero saputo, fin da subito, dell’esistenza di questo alto rischio per la navigazione aerea in quei cieli.

Quasi incoerente, questo modo di fare informazione da parte dei media occidentali, che mentre, nei titoli cubitali con cui diramano la notizia, dichiarano non credibile la pista del terrorismo, nel contempo affermano anche che tutte le compagnie di navigazione aerea internazionale, avevano già, in conseguenza di quell’evento, escluso quella rotta dai loro voli!

Ecco il video caricato on line dai terroristi dell’Isis che rivendicano l’abbattimento dell’aereo russo precipitato nel Sinai in Egitto..