Turchia abbatte jet russo. Putin: pugnalata alle spalle, avrà conseguenze tragiche.

 

 

 

 

 

Di Andrea Atzori

Un Jet russo Su24, è stato abbattuto da un F16 turco al confine con la Siria, dove si svolgono i combattimenti tra i ribelli e le truppe dell’esercito regolare siriano.

Da subito la Turchia ha divulgato la notizia in tutto il mondo, rivendicando l’attacco al caccia militare russo ed accusando la Russia di violare il suo spazio aereo, nonchè minacciandola di essere questa la fine riservata a tutti i velivoli che osino sconfinare nel suo territorio. Ovviamente, una tale asserzione espressa dal presidente Turco Erdogan, a chi si intenda di diritto internazionale, fa solo ridere.

Infatti, che dire dell’invasione di eserciti stranieri, tra cui anche quelli Turchi, del quasi intero territorio nazionale siriano? Tanto che della Siria, come territorio controllato dal potere centrale di cui Assad è il presidente, esiste solo una minuscola striscia intorno alla capitale Damasco! L’intervento militare russo in questa guerra è stato assai tardivo. Putin, ha atteso fino al momento in cui la situazione era talmente deteriorata, da non dare più adito a dubbi circa la sorte riservata al governo legittimo di Assad.

I guerriglieri armati e finanziati dalla coalizione capeggiata dagli Stati Uniti, con Turchia, katar, Arabia Saudita, erano ormai arrivati alle porte di Damasco, ad appena otto Km. Parlare di violazione di spazio aereo, da parte di uno che si è, pressochè, bevuto uno Stato alleato della Russia, è puro eufemismo, suscita solo ilarità. In effetti la Turchia, nonché tutto il resto di quella coalizione, Arabia Saudita, Usa, Israele, la Francia e tra poco anche l’Inghilterra, sono invasori di uno Stato legittimo, contro il quale è stata scatenata una guerra predatoria, con l’obiettivo di colpire quel governo solo in quanto ultimo alleato della Russia, rimasto in Medio Oriente.

In effetti, la Turchia è già in guerra contro la Russia di Putin, così come anche tutta la coalizione di cui fa parte. La Turchia agisce tanto spregiudicatamente, solo in quanto si fa forte di appartenere all’alleanza atlantica, dietro il cui scudo si ripara per sentirsi protetta.  La cautela della Russia è tanto esemplare quanto patetica. Ma è anche dettata dall’esigenza di prendere tempo, in quanto convinta che il tempo si rivelerà essere un fattore che giocherà a suo favore. Fiduciosa nella lezione della storia, secondo cui, in queste guerre imperialiste, come quella tra Roma e Cartagine, la vittoria è sempre frutto di una capacità di analizzare ogni evento favorevole per usarlo a proprio vantaggio.

Ma che la resa dei conti tra Russia e Stati uniti sia inevitabile, non si può negare. Infatti, proprio mentre i paesi Nato vogliono far credere di discutere dell’opportunità di attrarre la Russia dalla loro parte nella guerra di occupazione del territorio siriano, con il pretesto di combattere il mostro sacro del terrorismo islamico, da sempre fedele alleato Nato nelle guerre contro gli alleati russi in medio oriente, camuffandole magari con scontri tra sunniti e sciiti, ecco questo tragico e funesto evento dell’abbattimento dell’aereo militare russo da parte della Turchia.

Putin, dichiara, senza mezzi termini, che questo attacco turco è dovuto solo al fatto di non digerire i raid aerei che la Russia conduce contro l’Isis, in quanto proprio questa nazione è una delle principali sostenitrici di questo movimento guerrigliero. Lo scontro armato tra Russia e Turchia è ormai dietro l’angolo. Putin stesso ha dichiarato alla stampa che questo abbattimento dell’aereo russo, lo considera come una pugnalata alle spalle e che sarà foriero di eventi tragici nei rapporti tra le due nazioni. In pratica ha minacciato la Turchia di ritorsioni di carattere militare.

Ha sconsigliato i suoi connazionali a recarsi in Turchia, per qualunque motivo, considerandolo un paese ostile e pericoloso per i russi. Il ministro degli esteri Lavrov  ha, immediatamente, cancellato una visita di Stato in Turchia, che doveva tenersi domani stesso. Una nave da guerra russa, la corazzata Yamal, ha varcato lo stretto dei Dardanelli alle ore dieci e vi ha sostato fino alle tredici, dopo di che ha ripreso il suo viaggio verso il mediterraneo. L’ordine di abbattere l’aereo russo pare sia stato impartito dal premier turco in persona. Che poi ha minacciato direttamente Putin, ammonendolo che questo evento sarà solo il primo di una lunga serie.

Da Mosca arriva la smentita circa la violazione dello spazio aereo turco. Infatti, il caccia militare russo abbattuto sarebbe stato impegnato in un conflitto a fuoco con i ribelli filoccidentali, chiamati turcomanni, proprio lungo le zone di confine, tra Siria e Turchia. Ma non aveva alcuna intenzione ostile nei confronti dello Stato turco. I due piloti che occupavano l’aereo si sarebbero paracadutati, ma sarebbero stati uccisi da questi stessi rivoltosi filoturchi, in volo mentre atterravano.

In un loro comunicato, costoro, rivendicano questo triste evento ed affermano che i loro cadaveri sono in loro possesso. Hollande si trova alla corte di Obama, proprio per sollecitare l’inclusione della Russia nella fantomatica coalizione anti Isis. Una coalizione che, come dimostra la Turchia, è più impegnata ad abbattere Jet russi che non a combattere i terroristi.