Elicottero russo abbattuto in Siria da Al Nusra, con missile USA. Deceduto l’intero equipaggio.

 

 

Mi-24 elicottero russo

 

Di Andrea Atzori

Elicottero russo, con a bordo due piloti e tre funzionari della sussistenza, abbattuto dai terroristi guerriglieri nei cieli di Idlib, in Siria, con un missile fabbricato e consegnato dagli USA. Deceduto l’intero equipaggio.

Confermata anche dal ministero della difesa russa, la notizia secondo cui un elicottero di nazionalità russa è stato abbattuto nella provincia nord occidentale della Siria, ai confini con la Turchia, mentre rientrava alla propria base militare di Khmeimin, dopo una missione difficile nella città di Aleppo. I due membri dell’equipaggio e tre funzionari del centro russo di coordinamento per la riconciliazione delle parti in conflitto, al rientro da una missione umanitaria nella città assediata dalle truppe  siriane, sono tutti deceduti. Le autorità militari russe, non nutrono alcun dubbio in proposito.

Ad abbattere il convoglio aereo sono stati i guerriglieri di Al Nusra, solo un’altra faccia, l’ennesima, assunta dall’organizzazione terroristica Al Qaeda, che di recente ha, ulteriormente, cambiato il proprio nome in Bhat Fatah al-Sham, Fronte per la conquista della Siria. Questa strategia del camaleonte, usata da queste organizzazioni terroristiche, è, ovviamente, diretta a infondere la sensazione, nell’opinione pubblica internazionale, di essere esse cosa diversa dal gruppo originario di cui sono sempre state parte integrante e costitutiva. Infatti, i nord americani, non possono permettersi di avere come alleata in queste guerre scatenate dopo l’11-settembre-2001, la stessa organizzazione terroristica di Bin Laden che di quella strage è stata riconosciuta, universalmente, stratega e autrice, unica ed esclusiva.

Lunghe ombre avvolgono, come sudario, questo tragico evento del crollo delle Torri Gemelle a New York, lasciando, volenti o nolenti, un’unica possibilità di interpretazione al suo avverarsi. Insomma, una vera assurdità ed un’onta all’intelligenza del genere umano, il combattere guerre contro Al Qaeda al fianco di Al Qaeda. Una contraddizione in termini. I ribelli moderati che combattono contro il presidente siriano Assad in Siria, sono nient’altro che queste numerose versioni della stessa organizzazione terroristica, presentate al pubblico mondiale, per far credere che non di Al Qaeda si tratti, ma di rivoltosi animati dal desiderio di rovesciare il regime di Bashar al Assad. L’ennesimo cambio di casacca, suggerita dall’esigenza di illudere la Russia che i combattenti anti Assad, non siano solo terroristi arabo sunniti di nazionalità saudita, ma che di loro esistano varie sfumature in quanto a legittimità derivante dal rispetto del canone di democrazia imposto alla comunità internazionale dagli Stati Uniti d’America, che di questo sistema politico si atteggiano ad essere gli unici autentici depositari; auto-proclamandosi, garanti e guardiani, a livello globale, delle libertà democratiche e dei diritti umani, in esso insiti e rappresentati.

Questo esercito, armato ed equipaggiato, da Stati Uniti e monarchie del petrodollaro, oggi, dopo l’intervento militare russo, a sostegno della Siria, si trova asserragliato e assediato, senza possibilità di scampo, come fu per quello ucraino a Debaltseve ed ancor prima a Stalingrado nel corso della seconda guerra mondiale. Una vera vocazione per l’assedio delle città contese, questa dell’esercito russo! Talchè paiono avverarsi le premonizioni di Vladimir Putin, che dichiarò ufficialmente, avrebbe fatto della Siria una nuova Stalingrado. Le forze militari fedeli al presidente siriano, ingrossate da truppe inviate dall’Iran, dai guerriglieri Hezbollah e reparti specializzati russi, hanno cinto d’assedio la città di Aleppo, dopo avere chiuso tutte le vie di comunicazione e di accesso a questa città, la seconda per importanza  della Siria, vicina alla frontiera con la Turchia. Sigillandola e segregandola dal resto del mondo.

A lungo è rimasta aperta solo una possibilità per i combattenti antagonisti del regime siriano che occupano questa città fin dal 2012, per relazionare con l’esterno. Da qualche settimana però, anche questa è sotto tiro dell’artiglieria siriana, posizionatasi su un’altura che la sovrasta. Da notare che le città siriane sono già da molto tempo, dopo cinque anni di bombardamenti e lotte tra eserciti contrapposti, ridotte ad un cumulo di macerie. La maggior parte della popolazione civile è morta sotto queste rovine, milioni di vittime; quello che rimane, perlopiù sostenitori di Al Qaeda con le loro famiglie, è ormai allo stremo, senza assistenza sanitaria nè derrate alimentari.

E’ accaduto, infatti, che, come in ogni teatro di guerra mediorientale, anche questo appena iniziato e tuttora in corso in Libia, l’intervento della coalizione militare guidata dagli USA, abbia aggredito i terroristi, ben protetti all’interno dei tunnel sotterranei (bunker) scavati nel sottosuolo delle metropoli, bombardando, indiscriminatamente, i centri urbani, facendoli crollare come fossero di cartapesta. Ma neppure scalfendo la resistenza dei guerriglieri terroristi, riparati e ben protetti all’interno dei loro bunker. L’emergenza umanitaria in Aleppo, è al massimo livello di allarme. La Russia sta tentando di far defluire all’esterno gli abitanti non implicati con il terrorismo, anche per poter procedere meglio all’assalto finale contro i guerriglieri sauditi, sul presupposto scontato dell’assoluta pretestuosità della loro discriminazione tra ribelli moderati e terroristi veri e propri.

In questo contesto è da inquadrare questo episodio tragico della fine dell’elicottero russo M-8 abbattuto e dei suoi due piloti e tre civili della sussistenza russa trucidati come fossero animali. Infatti, al momento del suo abbattimento, questo tornava alla sua base militare, da una missione nella città di Aleppo, finalizzata ad assistere la popolazione con la distribuzione di derrate alimentari e di prodotti sanitari essenziali per la sopravvivenza. Come detto, l’attacco da terra è avvenuto con missili antiaereo, armi moderne e atte ad abbattere gli aerei ed elicotteri russi, di cui gli statunitensi minacciavano di dotare i terroristi di Al Qaeda, fin dal primo momento dell’intervento militare russo in Siria.

In effetti, la tregua d’armi in Siria è servita solo a consentire il riarmo di queste organizzazioni terroriste, ormai allo sbando dopo lo scompiglio e la devastazione prodotta nelle loro fila, dall’azione incessante dei bombardieri russi. Gli USA, anche dopo l’entrata in vigore della tregua, hanno continuato ad armare e finanziare gli pseudo ribelli anti Assad, che la Russia si era impegnata a non rendere bersaglio dei suoi attacchi aerei e terrestri. La discriminazione tra gruppi moderati ed estremisti, venne concordata tra USA e Russia, ma, in effetti, senza mai raggiungere una vera e propria unanimità di vedute sulla questione. Soprattutto perchè, come detto, questa distinzione non può essere fatta in modo obiettivo, essendo i confini tra essi, non solo labili ma del tutto inesistenti, considerato che al loro interno viene eseguito un continuo travaso di forze ed anche i cambi di nome vengono concepiti, esclusivamente, come una maschera utile solo a confondere le idee al riguardo.

Di conseguenza, i nord americani, vengono a trovarsi in una posizione di estremo vantaggio nei confronti dei russi, che non si riesce proprio a capire a cosa stiano mirando e neppure se abbiano dei veri obbiettivi da perseguire. Infatti si registra una realtà di fatto per cui, in tutti i fronti di guerra aperti ed in cui vengono, volenti o nolenti, coinvolti, proprio nel momento meno opportuno, cioè mentre stanno vincendo un confronto militare, concedono, benevolmente, al nemico la possibilità di farla franca, passando dal confronto armato a quello diplomatico. Segno che non hanno alcuna intenzione di andare a fondo, accettando la prima occasione utile per il disimpegno militare. Esponendosi però, al rischio che l’avversario sfrutti questa occasione per il riamo, garantito dalle potenze da cui questo viene sostenuto e si presenti nuovamente, ancora più forte di prima sul terreno di battaglia. Vanificando con ciò, anche lo sforzo militare e finanziario sostenuto per conseguire quei primi risultati positivi. Ogni volta si ritrovano di nuovo e daccapo, allo stesso punto di partenza. Questo, in effetti, è avvenuto nel Donbass ed anche in Siria.

Cosa accadrà adesso, dopo questo grave evento dell’elicottero abbattuto, non è possibile prevedere. Ma la situazione è assai grave e si sta vieppiù complicando. Dell’equipaggio dell’elicottero non si nutrono più speranze di trovarne in vita qualcuno. Infatti, subito dopo l’abbattimento, i terroristi hanno messo in rete un video dei loro corpi mentre venivano trucidati e straziati. Putin ha messo in allarme i reparti speciali chiamati Specnaz, su cui incomberà il gravoso compito di recuperare le salme,  mentre tutte le operazioni militari sono state sospese, in attesa di verificare i risultati dell’operazione. Non è credibile che si assista ad un ulteriore disimpegno bellico nell’area da parte della Russia. Infatti il presidente Putin ha già definito come prossimo un ritorno sul terreno di battaglia, dell’esercito russo che sarà molto più devastante di quello precedente.