Il tradimento russo ai danni di Corea, Iran e Siria. Corea del Nord e Iran sulle orme di Saddam e Gheddafi. La balcanizzazione della Siria.

 

 

Partizione-Siria

 

Di Andrea Atzori 

  

Una predizione. Il Cremlino sta per autorizzare uno strike militare americano contro la Corea del Nord. 

Starebbe per dare, nel Consiglio di Sicurezza ONU, parere positivo all’intervento americano contro Pyongyang, togliendone il veto. La Cina si asterrebbe.  

  

Severe sanzioni contro la Corea sono state appena emesse dalla Russia. Dimostrando con ciò di nutrire più fiducia in Trump che non in Kim. A questo sarebbe finalizzata la tuttora persistente inerzia di Trump nell’applicazione delle sanzioni a Mosca.  

  

In Siria si va verso la spartizione del territorio, da cui verrebbe estromesso l’Iran ma non USA, Turchia ed Israele. Una totale resa da parte del super-cristiano Putin, manovrato da Kirill e Vaticano, su ogni fronte.  

  

La fretta di disimpegno dalla guerra in Siria, espressa a Netanyahu in Israele, dal ministro della difesa russo Soighu, mentre i caccia di Tel Aviv bombardavano sulle postazioni militari siriane, ha un senso univoco. Assad dovrà accontentarsi di avere salva la vita. Ma fino a quando?

La guerra contro Isis è finita con la caduta farsa di Raqqa, dove ad essere bombardati non sono stati i tagliagole dell’ISIS, evacuati con l’aviazione USA persino in Afghanistan, ma la popolazione e le infrastrutture siriane. A Sud rimane insediato l’esercito americano a nord quello turco e l’Arabia Saudita già si sente legittimata in seguito al viaggio in Russia di re Salman.

Israele proietta la sua ombra nera e lunga su tutto il territorio siriano adiacente ai suoi confini. All’Iran, per soddisfare le imposizioni di Netanyahu, pronto, in caso contrario, a entrare in Siria con le sue truppe, verrà vietato di mantenere la sua presenza in territorio siriano, sul presupposto che la guerra è finita. Ma la guerra sarebbe finita anche per tutti quegli altri che invece restano e che sono nemici di Assad e della Siria, non amici ed alleati!    

  

La Russia è scesa in Siria con il pretesto di eliminare lo Stato islamico, insidioso anche sul suo territorio, sollecitato in ciò anche da Vaticano e religiosi russi, sempre disponibili a fomentare conflitti religiosi; coscienti del fatto che proprio il fattore religioso avrebbe accomunato russi ed americani, imparentati dalla fede religiosa. Come se le guerre tra popoli cristiani nella storia, non fossero mai avvenute! 

  

Alla fine si realizzano i desiata di Netanyahu, di estendersi in Siria ed i piani di Washington di impossessarsi dei pozzi petroliferi siriani, nonchè quelli di Erdogan di espandere i suoi confini nel nord della Siria e quelli della Russia di tenere le sue basi militari navali sul Mediterraneo.

 

Rivelando in ciò il senso autentico, reale della discesa sul campo di battaglia siriano da parte di Mosca, che non era quello di liberare la Siria dagli invasori coalizzati, bensì di effettuare, svolgere, una crociata di stampo religioso, contro l’integralismo islamico. 

  

Tutto si conclude come era già stato previsto, fin dall’inizio, dagli strateghi americani. Mosca in Siria, arretra verso il mare. Pronta per scappare ancora una volta, quando le acque si faranno, ancora una volta, minacciose. Putin si riscopre con le gambe molli.  

  

Gli USA già danno il via ai raid aerei nello Yemen sempre con il pretesto di combattere contro i terroristi islamici. In effetti per dare una mano all’Arabia Saudita che ancora lotta, come un coccodrillo, tentando di ingoiare lo Yemen, sostenuto dall’Iran.  

  

Un Iran senza alleati, come lo furono Saddam e Gheddafi, già condannato a fare la fine della Corea del Nord, ridotta in cenere radioattiva dalle esplosioni delle atomiche nordamericane.