La Nato pronta a punire Russia e Siria per l’uso di armi chimiche nel Ghuta.

 

 

Trump putin assadattacco alla siria

Di Andrea Atzori

 

Dopo il caso Skrypal, l’avvelenamento dell’ex spia russa che tradiva il suo paese, la Russia, collaborando in segreto con la Gran Bretagna, fino al suo arresto da parte delle autorità moscovite e la sua successiva liberazione nell’ambito di un’operazione concordata con gli USA di scambio di spie, di cui Londra ha accusato la Russia, un altro anche più grave scontro diplomatico si è aperto tra Nato e Russia sempre per presunto uso di armi chimiche.

Questa volta l’episodio che ha dato l’innesco alla miccia della bomba mediatica occidentale contro la Russia, è stata la denuncia da parte dei c.d. ribelli siriani, in effetti terroristi di Al Qaeda, sostenuti da Stati Uniti ed Europa, nonché Israele, Arabia Saudita ed Emirati arabi, di un caso di attacco chimico contro la popolazione civile siriana nel Ghuta orientale da parte dell’esercito di Assad.

Da questa parte orientale della metropoli di Damasco, occupata fin dal 2012 dai miliziani sauditi, venivano scatenati incessanti bombardamenti contro i quartieri del centro di Damasco sede dei palazzi istituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche, in particolare quelle russe. Ed infatti, proprio le sedi della diplomazia russa erano fatti oggetto di frequenti cannoneggiamenti, tanto che la Russia aveva da tempo in progetto di intervenire militarmente, per risolvere, una volta per tutte questo annoso e gravissimo problema.

Inoltre l’enorme costo in vite umane, tra la popolazione civile, in particolare bambini, a seguito di esplosioni di ordigni bellici su scuole pubbliche od ospedali, era ormai divenuto insopportabile. Questo attacco da parte delle forze coordinate degli eserciti coalizzati di Russia, Iran e Siria, nel Ghuta orientale era diretto a ripulire, una volta per tutte questa parte dei sobborghi di Damasco, dal terrorismo internazionale straniero, che non dava tregua né pace al legittimo potere del martoriato paese del presidente Bashar Al Assad.

I lutti e le sofferenze subite dalla popolazione di questo paese è fatto orrendo che pare non interessare le organizzazioni internazionali come l’ONU, sempre pronto a insorgere solo quando le accuse siano dirette proprio ad Assad, tale per cui le potenze occidentali subito si sentano legittimate ad agire al fine di sopprimere e destituire il potere sovrano di questa nazione.

L’intervento militare delle potenze occidentali contro la Siria, è sempre arrivato anche senza l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza Onu, che sempre ha dovuto fare i conti con il veto opposto dalla Russia e dalla Cina. Il primo segno della lesione dei principi previsti ed imposti dal diritto internazionale è proprio questo del mancato rispetto della volontà del Consiglio di sicurezza ONU. Ma questo non interessa la Nato che con l’interventismo militare è solo determinata ad imporre la sua legge, quella della violenza e del sopruso.

Ed ecco che la Russia oltre al caso Skrypal ha dovuto sperimentare una seconda accusa di uso di armi chimiche, questa lanciata dai guerriglieri sauditi, in collaborazione con i c.d. elmetti bianchi, un’organizzazione creata proprio dagli euro americani, al fine di intervenire, con fini apparentemente umanitari, in tutte le zone di conflitto siriano ma dalla parte dei miliziani dell’ISIS.

Innumerevoli e conclamati sono i casi in cui questi grandi benefattori dell’umanità, insigniti del premio Nobel alternativo per la pace, sono stati colti con le mani nella marmellata, cioè nell’atto di costruire prove false dirette ad accusare il governo di Damasco di crimini di guerra che non aveva commesso. Come sempre, quando si tratta di denunciare episodi di uso di armi chimiche, ci sono sempre questi caschi bianchi, oltre al c.d. osservatorio siriano per i diritti umani, che si trova a Londra ed è composto da una sola persona, cioè un rifugiato di guerra siriano, già militante dello Stato islamico.

E’ però sintomatico ed emblematico il fatto che questa volta, la notizia dell’uso di armi illecite da parte della Siria, non sia stata diffusa e divulgata da questa pseudo entità, ma solo dagli elmetti bianchi. Sappiamo che lo stesso capo del Pentagono Mattis, di recente, ad una domanda direttamente formulata in questo senso, ha risposto di non avere mai avuto prove dell’uso di armi chimiche da parte della Siria.

La tempesta che si è scatenata su questo affare era, ovviamente, destinata a colpire più Putin che Assad, considerato l’eco mediatico derivatone, conseguente alla guerra diplomatica scatenata da tutte le potenze occidentali contro Mosca per il caso Skrypal. Oggi la Russia è come un pugile chiuso all’angolo, riempito di colpi bassi non sanzionati dal direttore di gara. Possiamo ben immaginare come si sentano nel morale i dirigenti russi, già pesantemente, colpiti dalle sanzioni di tutto il mondo occidentale. Tutti i paesi europei, nonché gli Stati Uniti d’America e gli altri alleati Nato, quali il Canada e l’Australia, hanno cacciato i rappresentanti diplomatici di Mosca, che a stretto giro di tempo ha reagito con sanzioni esatte e contrarie.

Due situazioni di crisi internazionale culminate in incidenti diplomatici, a stretto giro di tempo. Che oppongono gravemente, Russia e Nato. Il momento è drammatico per il fatto che questa estrema tensione tra superpotenze, nel bel mezzo della peggiore crisi internazionale dopo l’ultimo conflitto mondiale, oltre a questa siriana sommata a quella nel Donbass e Crimea e l’altra in estremo oriente con la Corea del nord e la Cina, depongono molto male per quanto riguarda le speranze di mantenere lo stato di pace che regna in Europa e negli USA da oltre settanta anni.

La minaccia di un conflitto mondiale è oggi molto più concreta se vi sommiamo questi due nuovi gravissimi fatti che hanno messo all’angolo le superpotenze asiatiche, a cui viene come intimato di farsi da parte mentre loro procedono allo stupro e massacro di queste popolazioni, chiedendo a Russia e Cina di girarsi dall’altra parte. Ben coscienti del fatto che questa pretesa è solo fondata sulla minaccia di una guerra nucleare che non lascerà sul terreno né vincitori né vinti.

Insomma, la responsabilità della fine del mondo ricadrebbe solo su Russia e Cina e non anche sull’occidente. Minacciano l’uso di queste armi diaboliche come se queste fossero solo nella loro disponibilità e non anche in quella dei loro avversari. Il sistema è sempre quello della demonizzazione del nemico, dipinto come una forza diabolica pericolosa per la continuità ed il mantenimento del fenomeno della vita sul pianeta Terra.

Ma la sottigliezza e la malignità delle loro strategie a questo riguardo è fondata su considerazioni ben più complesse e intriganti. E’ risaputo che le sanzioni imposte dal Congresso americano contro rappresentanti governativi, imprese, istituti finanziari, oltre ai c.d. oligarchi, non hanno neppure sfiorato Putin. Quando si tratta di sanzioni economiche e finanziarie imposte da un’entità statale, si deve prima di tutto pensare al congelamento dei conti correnti e di ogni altra forma di patrimonio immobiliare intestato a questi personaggi nel territorio degli Stati Uniti.

Si tratta di un fenomeno di rapina pura mai riscontrato prima nel corso della storia umana. In violazione di ogni legge civile, penale, interna e internazionale. Ciò è stato possibile in quanto dopo il crollo dell’Unione Sovietica tutti gli alti dirigenti statali russi, come ad esempio Gorbaciov, nonché i c.d. Oligarchi, che avevano trasferito all’estero i capitali sottratti fraudolentemente, all’erario pubblico, fenomeno a cui è da imputare, direttamente, la fine dell’URSS, cioè la corruzione, avevano trafugati all’estero la loro refurtiva.

Non si dimentichi che nei forzieri delle banche svizzere sono stati ritrovati migliaia di tonnellate di lingotti d’oro rubati allo Stato sovietico proprio dai suoi stessi dirigenti infedeli. E’ quel fenomeno ben conosciuto che spinse la Cina a fare giustizia sommaria di questi ladri, sparandoli alla nuca, uno ad uno dopo averli messi in fila ed in ginocchio. Per quale motivo proprio Putin non sia divenuto bersaglio privilegiato di queste sanzioni è ben facile immaginarlo. La verità è che queste sanzioni in effetti non sono mai state operative, ma sono state solo minacciate ad un elenco molto lungo di personalità del mondo politico ed istituzionale moscovita.

Insomma, come si fosse trattato di un monito, una minaccia diretta a far capire loro che se non avessero ottemperato alle richieste di Washington, avrebbero subito danni seri ai loro interessi personali. Questo è il motivo per cui tutti i membri del vecchio governo sono stati destituiti, dopo la vittoria recente di Putin alle nuove elezioni e dovrà essere formato un c.d. gabinetto di guerra, c.d. Stavka, in cui ogni membro potrà essere sostituito se si riscontrasse resistenza nell’adempimento del proprio dovere, all’atto di una indilazionabile dichiarazione di guerra contro una nazione nemica.

Questo governo di guerra già esisteva nel corso della seconda guerra mondiale e fu Stalin a costituirlo. La Russia, cosciente del momento di gravissimo rischio che corre la nazione per l’aggressività dell’occidente, è tornata ad imporre la sua vecchia legge di guerra. La gravità del momento storico attraversato dalla Russia si può valutare bene dalla considerazione dell’importanza di questo atto che tende a imporre degli ostacoli insormontabili contro l’infedeltà dei dirigenti pubblici, tanto pericolosa in tempo di guerra.

La quasi spavalda certezza degli organi di stampa occidentale, secondo cui la Russia non reagirà ad un intervento militare della Nato in Siria, abbandonando Assad al proprio destino, dipende proprio da questa convinzione. Cioè dalla loro quasi certezza che i russi non interverranno in difesa della Siria, in quanto non rischierebbero una guerra contro l’occidente per Assad.

Però non spiegano come mai proprio loro, euro- americani, questa guerra con la Russia la rischiano solo per punire di un crimine che non ha commesso, ma solo imputato al fine di giustificare un atto di aggressione, la Siria. Il danno derivante alla Russia e alla persona del suo presidente, da una simile vigliaccata contro il loro fedele alleato sarebbe enorme. In quanto darebbe adito ed aprirebbe una corsia preferenziale alla convinzione che veramente, Putin sia responsabile non solo per il caso Skrypal ma pure per le accuse di attentato con armi chimiche nel Ghuta.

In realtà, le autorità siriane detengono in stato di detenzione numerosi ufficiali della Nato arrestati nel corso dell’operazione bellica nel Ghuta, che agivano come istruttori dei terroristi. In attesa di un intervento militare diretto della Nato, che infatti si sta già avverando. Pare che tutta la montatura di questo caso oltre a quello che vede come protagonista Skrypal, che si occupava di traffico di armi proprio con i miliziani, siano dovuti a questo particolare non di poco conto.

La paura che la verità dei rapporti tra potenze occidentali e terrorismo islamico, venisse a galla, li avrebbe indotti ad agire, mettendo all’angolo Mosca, per impedire che potesse reagire. Da quello che sappiamo Trump, dopo il presunto attentato, nonostante sul posto sia intervenuta la polizia dell’esercito russo e non abbia riscontrato alcun elemento che possa far pensare all’uso di armi chimiche, ha dichiarato di inviare subito una task force, formata da gruppi di battaglia della flotta americana integrata con altri forniti da Francia e Gran Bretagna, per punire coloro che considera i responsabili di questo eccidio, e minacciando direttamente la Russia ritenuta implicata in prima persona con la Siria.

Perciò si teme che bersaglio dei missili Tomahawk possano esser oltre alle basi siriane anche quelle russe. Assad sarebbe già stato trasferito dalla sua residenza a Damasco, in altra località più sicura. Tutti i caccia siriani sono stati portati nelle base russa di Hmeimim. Il sistema antiaereo ed antimissile russo, S300 ed S400, è pienamente operativo. Le navi russe di stanza nella base di Tartus, sono state spostate in alto mare, per il timore di un attacco. Dai media nazionali si diffonde convinzione che la Russia non oserà reagire non considerandosi in grado di opporsi per la grande disparità di forze tra i due eserciti. E’ dipinta come un vigliacco che se ne starebbe rintanato atterrito dal terrore. Anzi Putin viene, addirittura, presentato con un bicchiere in mano che brinda soddisfatto per la vittoria del suo amico Trump. Incredibile oltre che surreale!

 

Nota bene.