L’attacco alla società cinese Huawei da parte della Casa Bianca equivale ad una dichiarazione di guerra alla Cina.

Mobile World Congress 2015 - Day 2

 

Di Andrea Atzori

Google nega il suo servizio ad Huawei, ma il problema non è il motore di ricerca. Infatti, Google è solo il più noto, ma ne esistono a centinaia.

Ciò che li contraddistingue sono solo gli interessi nazionali ed internazionali, a sostenere i quali sono mirati e votati. Google è un simbolo, un vessillo internazionale della potenza economica e militare americana.

Si da per certo che la Russia di Putin abbia già predisposto il distacco e conseguente isolamento di tutto il suo immenso territorio, dalle linee internet occidentali, realizzando un sistema internet autoctono, per garantire la sua sicurezza nazionale.

Questo non farà la Cina, in quanto le sue potenzialità sono immense. Già sappiamo che anche Android di Huawei non è quello di Google, ma completamente diverso, talmente che l’aggiornamento ad Andriod 8 non è quello OREO, ma un altro proprio ed esclusivo di Huawei. Infatti, se un utente Huawei tentasse di installare Oreo sul proprio apparecchio non vi riuscirebbe, perché un blocco glielo impedirebbe, a causa del l’incompatibilità tra i due sistemi, quello di Google e l’altro diverso di Huawei.

Certo non sarà più Android a far funzionare i prodotti della marca cinese, ma solo in quanto non si chiamerà più così ed il suo motore di ricerca non verrà più impostato a servire gli interessi dell’emisfero occidentale, ma quelli della repubblica popolare della Cina.

Per questo la società cinese si è affrettata a rassicurare i suoi utenti che niente cambierà né per l’immediato né per il futuro. La Cina è arrivata ad essere una potenza globale pari e forse superiore a quella americana. Ha dalla sua parte la forza dei numeri.

La colonizzazione dell’occidente, prima che sulla carta sta sui fatti. E’ una forza silenziosa a cui non interessa emergere e farsi notare. La lotta isterica scatenata dagli Stati Uniti per ora solo nel settore economico è appunto motivata dalla impotenza di poter contrastare in modo credibile una tale realtà di fatto.

Con ciò si spiega anche l’armamentario di minacce, offese e insulti con cui si muovono nei rapporti internazionali con il gigante asiatico. Ogni volta che i rapporti con Pechino si fanno sempre più tesi, ecco che in omaggio al principio del “divide et impera”, Trump diventa subito amichevole e concessivo con la dirigenza russa, che poco prima aveva colpito con sanzioni terribili e spietate.

I ministri e alti dirigenti russi, tranne Putin, sono stati colpiti dalle sanzioni della Casa Bianca. Vorrà pure dire qualcosa!  Questo accade perché Washington sa bene di non potercela fare da sola a piegare tutte le potenze asiatiche coalizzate.

Basti pensare che tutto o quasi, il debito pubblico elefantiaco americano è in mano cinese, per capire cosa possa accadere nel caso in cui questa marea immensa di titoli di Stato vengano immessi sul mercato internazionale da chi li detiene, nel tentativo di disfarsene!