Corrispondenze tra sfiducia delle agenzie di rating e revanscismo fascista in Italia.















Di Andrea Atzori


Due nuovi eventi, il rifiuto parlamentare all’autorizzazione a procedere per l’on. le Cosentino e la bocciatura dei referendum elettorali da parte della Corte costituzionale, si ergono come macigni sulla strada del rinnovamento italiano intrapreso dal governo Monti, per strappare l’Italia alla catastrofe economica. Due organi posti al vertice dell’ordinamento costituzionale che si mettono di traverso, per impedire che il paese risorga. E’ il colmo della contraddizione istituzionale. La prova lampante che il declino della nazione è inarrestabile e viene pilotato dalle stesse personalità nelle cui mani il popolo ne ha rimesso il destino. Il timore di un vuoto di potere paventato dalla consulta per il caso di abrogazione del “Porcellum” tramite referendum, è solo una misera scusa, non utile a coprire il fatto che da troppo tempo, parecchi giudici della suprema Corte, sono diventati commensali abituali del Cavaliere nazionale. I tanti casi di potenti giudici delle alte Corti e ufficiali superiori  delle forze dell’ordine, rimasti coinvolti nelle indagini che la magistratura ha condotto sul versante della corruzione politica, ci fanno capire che l’irrigidimento autoritario dei c.d. poteri forti, sta spingendo il treno Italia a viaggiare lungo un percorso già predisposto e disegnato da coloro che non hanno a cuore il bene del paese, ma, solo ed esclusivamente, quello personale di ciascuno di loro e delle caste e corporazioni alle quali appartengono.  Tutto il contrario di quello che il premier Mario Monti, afferma di voler costruire per il risanamento economico e la crescita produttiva. Infatti, la meritocrazia tanto sbandierata come un vessillo, non è tornando al sistema berlusconiano del potere che verrà introdotta e garantita. Credo che coloro che hanno salutato questi due eventi, appena esposti, come un lasciapassare  per  la conservazione in carica del governo Monti, abbiano ampiamente fallito il proprio pronostico.  E’ assai evidente che un successo delle forze politiche dell’ex maggioranza non può essere interpretato positivamente riguardo al risultato delle misure economiche appena varate.  Perché la minaccia principale per il cambiamento di cui l’Italia ha, fortemente, bisogno, è assai noto, essere rappresentata dalla difesa dei privilegi sociali ed economici e dagli scontri di classe di cui le destre al potere sono state, da sempre, fautrici. A queste condizioni, esiste il serio rischio che la cura fatta di sacrifici imposti al popolo produca effetti secondari non  previsti, quali, appunto, il risorgere, dalle ceneri, del berlusconismo. La permanenza di Mario Monti alla presidenza del consiglio, avrà solo un effetto temporale, ma non reale, sul fronte della lotta alla crisi economica nazionale. Questo già si può toccare con mano, solo tenendo conto delle reazioni dei mercati e  delle agenzie di rating, che ad ogni minimo accenno di ribellione degli schieramenti politici che sostengono l’esecutivo, oppure, come in questo caso, di rafforzamento dell’ideologia repressiva ed antidemocratica della destra, calano una coltre di pessimismo sui destini sia dell’Italia che dell’intero zona euro. E’ strano che nessuno, apparentemente, si sia accorto della coincidenza ricorrente tra questi due fenomeni. Sia dopo il varo del primo pacchetto di misure restrittive, quando si sollevarono lamentele da parte di tutti i leader di partito, timorosi di perdere consenso elettorale, sia adesso, in seguito al perdurare manifesto, all’interno della società italiana, delle nostalgie fascistoidi, addirittura  favorite dalle sentenza della suprema corte e dal ricompattarsi dell’asse Pdl-Lega nord, in parlamento, abbiamo assistito all’arresto della ripresa dei mercati finanziari, con un nuovo tonfo delle borse, una risalita alle stelle dello Spread, e, persino, al taglio del rating di mezza Europa, ma in particolare dell’Italia, declassificata a fascia  BB, la stessa di Colombia e Venezuela. Ma già si teme  in arrivo un ulteriore  taglio che precipiterà la nazione nel bel mezzo delle economie c.d. spazzatura.  E’ la dimostrazione più evidente, che gli americani non si fidano dell’Italia, considerata, ormai, come una creatura in mano a Berlusconi, non solo, ma, addirittura, come un rischio per l’intera comunità politica ed economica internazionale. Quello che siamo abituati a chiamare “Sistema Italia”, dopo essere stato osservato per troppo tempo con sospetto e diffidenza, viene, ormai, considerato una creatura parassitaria, attorno alla quale si stanno predisponendo le necessarie misure di isolamento internazionale, al fine di renderla innocua per le economie del resto del mondo industrializzato. Ci piaccia o no, siamo visti e considerati  un popolo in preda a corruzione politica e criminalità organizzata, ormai assurta ai vertici del potere, salita in cattedra ad impartire lezioni e prediche di pseudo-dottrine di natura economica, religiosa, giuridica e politica, devastanti  per l’ordine morale ed istituzionale dell’intera nazione.  Per questi motivi, credo, fermamente, che coloro che hanno salutato questi due eventi come un aiuto provvidenziale al governo monti, non hanno percepito il significato più profondo ed intimo di questa crisi economica internazionale, che è, anche e, soprattutto, politica. Una crisi che minaccia seriamente, di far precipitare il mondo in un nuovo conflitto armato, ponendo fine a quasi, settant’anni, ininterrotti, di pace tra i paesi occidentali, di cui, storicamente, l’Italia sarà accusata di essere la principale responsabile.