POLITICA E ANTIPOLITICA

   

   Di Andrea Atzori

  La politica dei nostri giorni assomiglia, sempre più, ad uno spettacolo teatrale, che pure nella sua natura essenzialmente drammatica, racchiude in sé una potenzialità di vena comica che lascia letteralmente stupefatti.  Mentre il castello fatiscente della politica pare sbriciolarsi in modo sempre più minaccioso, tanto da rendere un’immagine assai chiara e rivelatrice del grado di corruzione in cui è sprofondata l’intera società italiana, a Milano, un ex premier viene sottoposto a processo penale per concussione e prostituzione di una minorenne. Un governo di salvezza nazionale,  sostenuto da una maggioranza improbabile, è incaricato di conseguire un obiettivo che pare essere ancor più una missione impossibile. Impedire che la crisi economica in atto, come uno tsunami,  finisca di travolgere ed abbattere ogni cosa si trovi lungo il suo cammino. Imprese e lavoratori, da sempre condannati ad una eterna lotta e contrapposizione di natura non solo economica ma sociale e politica, si ritrovano uniti nella stessa identica, drammatica sorte. La perdita del lavoro e la fine di ogni speranza di ripresa. L’Italia è come una belva furiosa, ormai chiusa dentro alla sua tana da un manipolo di spregiudicati e spietati assassini,  decisi  ad ottenere la sua pelle, costi quel che costi. Essa, dilaniata e ferita si dibatte disperata, non disposta a venderla se non a caro prezzo, ben cosciente anche del fatto di possederne solo una. Dal terrore della furiosa battaglia ingaggiata per la sopravvivenza si alza la nebbia che nasconde il grido degli spiriti alla ricerca  di nuove energie e forze per reagire al rischio estremo della morte. Nel panorama fosco della vita pubblica italiana entra in scena l’antipolitica. Il presagio lugubre che trascina con se è  diretta conseguenza della gravità della situazione in cui il paese è precipitato. Tanto profonda e diffusa  da tingersi, addirittura di ridicolo. Perchè ridicolo è un premier sottoposto ad accuse tanto infamanti. E’ solo la caricatura, non la vera immagine di un capo di Stato!  L’abuso delle capacità di sopportazione dei cittadini, da parte dei politici, non degni neppure di essere chiamati tali, sta spingendo il popolo alla violenza.  Ma i partiti non intendono recedere. Il potere in mano ad esseri spregiudicati, produce l’effetto di renderli ciechi ed inconsapevoli del pericolo che li sovrasta. Talmente grande  è la convinzione di essere intoccabili e sacri che si risolvono ad unire le loro forze per opporsi alla ribellione di coloro che considerano solo dei sudditi non degni di alcuna considerazione.  Un paese in cui i partiti, di sinistra e di destra, anche estreme, si coalizzano solo per opporsi e difendersi  dall’indignazione popolare è molto somigliante ad un palcoscenico di rozzi istrioni di antiche commedie satiriche. Perché rappresentazioni di questo tipo, sono tanto inverosimili ed improbabili, da renderle oggetto di ilarità pressochè generalizzata. Il minimo che ci si possa aspettare è, appunto, una ribellione od addirittura una rivoluzione popolare. Mentre tutta la struttura di potere cade a pezzi, sotto la scure di una magistratura che impersona ed esprime lo spirito della nazione, unico motivo di speranza in un panorama tanto fosco, con movimenti politici e religiosi travolti dagli scandali e amministrazioni regionali di ogni schieramento politico, da nord a sud del paese, preda della corruzione più assolute, il nostro Presidente della Repubblica continua a parlare  di poche mele marce e di un sistema da salvare nel complesso. Forze politiche di estrazione diametralmente opposta, oggetto, da sempre, di vicendevole demonizzazione, si riscoprono sorelle, fino ad unirsi in un fraterno abbraccio, che rischia, però di divenire mortale. Questa loro alleanza contro l’antipolitica verrà interpretata come volontà di arroccarsi dentro la fortezza delle istituzioni pubbliche al fine esclusivo di perpetuare il loro sistema di malaffare, contro coloro che sono i veri detentori e depositari delle funzioni pubbliche, cioè i cittadini. La reazione scomposta e spropositata è il segnale di superamento del limite di guardia. Questa classe politica si sta dirigendo verso la sua inevitabile autodistruzione.