Sulla strada per la secessione, la Catalogna è già in guerra!

 
di Andrea Atzori
 
Nelle costituzioni moderne non è riconosciuto il diritto alla secessione territoriale per referendum popolare.
 
Insomma, ho seguito nel lontano 1969, tutte le lezioni di diritto costituzionale del grande maestro Professor Alessandro Pace, superando l’esame a pieni voti.
 
Quando si parla di principi cardine della costituzione ci si riferisce a materie sottratte al potere dispositivo del legislatore anche tramite la procedura di revisione costituzionale prevista dall’art. 138 Cost.
 
Tra questi principi cardine, i c.d. perni attorno a cui ruota tutto il sistema costituzionale, rientra anche la sovranità territoriale dello Stato, la sua integrità territoriale. Se è vero che la sovranità nazionale appartiene al popolo, non è vero, però, che al popolo sia tutto concesso. Infatti, vi sono dei principi c.d. cardine, sui quali lo Stato stesso è costruito, su cui poggia le sue fondamenta, che non possono mai essere oggetto neppure di revisione costituzionale. Anche il legislatore costituzionale, pure volendo, non può modificarli.
 
Quindi, questi ignoranti di politici e giornalisti, la smettano di dire fandonie. Con i muscoli possono ricoprire uno scranno parlamentare, ma non possono distruggere uno Stato. Perchè le lotte per costruire o distruggere gli Stati le fanno gli eserciti non i bulli.
 
Mettersi di traverso su questo versante costa assai caro. Basta meditare sul destino del popolo siriano e di altri popoli aizzati contro i loro stessi governi e poi, irrimediabilmente, distrutti da potenze straniere intervenute apposta per occuparle militarmente e colonizzarle.
 
E questa verità si coglie molto chiaramente nella diversa, anzi antitetica reazione dell’Unione Europea ai casi analoghi di Kosovo, Crimea, Donbass e Catalogna. Infatti quando si tratta di secessioni in Stati sovrani europei come questa della Catalogna, allora non vale lo stesso principio espresso dalla Corte di giustizia europea per la secessione del Kosovo, secondo cui con un referendum popolare si può conseguire l’indipendenza nazionale. Il presidente della Serbia Alexsandar Vucic, non ha perso occasione per accusare l’Unione Europea di ipocrisia.
 
Torna molto attuale la predizione di Putin, proprio in occasione di quella pronuncia giurisprudenziale del massimo organo di giustizia europea, secondo cui, rendere lecite le secessioni per consenso popolare, sarebbe stato come sturare il vaso di Pandora.
 
Ma come detto, la stessa Commissione Europea, reagisce diversamente, a seconda se questi colpi di piccone alle sovranità nazionali siano inferti contro Stati europei oppure contro altri extraeuropei. Nel caso della Crimea, la Russia, memore del caso Kosovo non ha esitato ad agire di conseguenza.
 
Ma l’Europa non ha riconosciuto l’annessione della Crimea alla Russia, nonostante il referendum popolare e tanto meno gli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Donbass la guerra è ancora in corso, con il sostegno attivo dell’alleanza atlantica, quindi sia del Nordamerica che dell’Europa. Le conseguenze del referendum popolare della Catalogna, saranno terribili.
 
Da paese ricco ed evoluto, diverrà un ammasso di macerie, terra di scontri militari tra eserciti stranieri contrapposti, scesi in campo, esclusivamente, per l’appagamento di istinti primordiali, cioè uccidere e distruggere.
 
Nota bene. Secondo il grande filosofo del diritto Hans Kelsen, la legge proviene dalla forza. Infatti gli Stati li costruiscono gli eserciti non i popoli.
 
Una volta instaurato un potere statuale, solo una forza superiore lo può distruggere, ci vuole, cioè, un’altra guerra. Ecco il motivo per cui le costituzioni nazionali non ammettono le revisioni costituzionali sul tema della secessione. Se il popolo catalano cerca la morte, forse non è vero poi che stia tanto bene, come vuole apparire.
 
E mi fa pena vedere tanti giovani ed anche bambini ed anziani, soggiogati ed aizzati da poteri stranieri nemici della Spagna, in cui molto facilmente ci stanno tanti clericali, andare diritti, contenti e giulivi verso un simile tragico destino.