In Corea del Nord è scattato il conto alla rovescia. La grande guerra è ormai alle porte. I contendenti affilano le armi! Il momento è drammatico.

Di Andrea Atzori

Si, parrebbe proprio che la nuova guerra di Corea sia pronta ai nastri di partenza. Trump manda una squadriglia di F35 e bombardieri a sganciare bombe ai confini della Corea del Nord. Kim Jong Un, da le ultime sistemazioni al suo programma nucleare. 
 
La tensione è rovente al punto giusto, mentre il presidente della Corea del sud non cessa di dichiarare che la guerra non è possibile ed anzi si prepara un’era di collaborazione, anche economica, con Cina e Russia e la stessa Corea del nord. Tutti paesi confinanti questi dell’estremo continente asiatico, le cui economie, volenti o nolenti, sono interconnesse.
 
Ma si capisce che i venti di guerra spirano più dall’America che non dall’Asia stessa. Anche se Tokio e Seul non fossero concordi con un disegno, direttamente preordinato a mettere a ferro ed a fuoco l’intera area geostrategica in questione, esse non potrebbero impedirlo. 
 
Ciò che lascia allibiti è la faciloneria con cui queste ipotesi di guerra mondiale vengono propagandate dai nostri organi informativi. Leggendo gli articoli più recenti pubblicati sul web, parrebbe che tutto si risolverebbe in una passeggiata, anche nel caso di intervento della Cina, il cui esercito di terra è già schierato alle frontiere della Corea del Sud, con una forza di circa 200.000 uomini e vi conduce da tempo, esercitazioni assai imponenti. 
 
Mentre la flotta navale mostra i muscoli nelle aree adiacenti alle Coste Coreane assieme a quella russa, a poca distanza da quella statunitense e giapponese. Mosca ha fatto sorvolare i cieli della Corea del nord con i suoi caccia bombardieri,  a significare che in caso di intervento USA non rimarranno a guardare.
 
 Inoltre esiste la questione molto grave delle postazioni di missili antimissile Thaad schierati in territorio sudcoreano, che entrambe le superpotenze asiatiche considerano un pericolo per la loro sicurezza. Se Trump desse l’ordine di invasione della Corea del Nord, tutto questo enorme, mastodontico apparato di forze militari schierato ad hoc, verrebbe subito messo in movimento. 
 
Anche perchè entrambe queste Nazioni asiatiche, pur animate dai migliori intenti, non tollererebbero, in modo assoluto, una interferenza  americana in quello che considerano il loro cortile di casa. E’ come se Putin o Xi jinping inviassero i loro eserciti a stanziare in Messico o Colombia, Dopo averne travolto con la forza delle armi la resistenza. 
C’è chi trova normale che gli Stati Uniti distruggano con  le bombe tutti i paesi amici della Russia o della Cina, non riflettendo neppure un poco a cosa succederebbe se fossero invece loro, russi e cinesi, ad attaccare un piccolo Stato dell’alleanza atlantica.  Che ciò dipenda dal fatto che le due Nazioni asiatiche non possano permettersi di affrontare i nordamericani da pari a pari, cioè per mancanza di forze militari, è tutta una questione da dimostrare. 
 
La Cina già aspira a togliere agli USA la loro supremazia economica a livello mondiale, e quindi anche quella militare. Gli stessi americani la temono e mettono le mani avanti proprio per scongiurare questa eventualità. Ma è chiaro e lampante come la luce del sole che, così stando le cose, l’ipotesi meno plausibile è proprio quella che sembra stia per verificarsi. 
 
Cioè l’invasione militare della Corea del Nord, da parte dell’esercito americano, senza che questo provochi la reazione rabbiosa di Pechino, già messa alle strette sulla questione delle isole Spratly, nel Mar cinese meridionale, sempre per ambizioni di supremazia geopolitica posta in discussione dagli statunitensi.
 
 Si obietta che a Washington basta la leva delle sanzioni economiche per mettere a tacere ogni velleità degli avversari. Stolti che non si rendono conto. In caso di guerra, saranno le armi a tuonare non i dollari. I dollari, infatti, bruceranno e saranno proprio le armi a farlo. i Popoli combatteranno per la vita e non avranno altro da sperare.
 Ma pare incredibile che siano proprio gli americani a disprezzare in questo modo la loro stessa vita. Ben sapendo il costo enorme di una guerra su un territorio, come quello americano, in cui l’urbanizzazione è un fenomeno che non ha eguali nel mondo. La Cina non può esimersi dal reagire, violentemente, all’intervento americano in Corea. Infatti, la Cina di oggi non è più quella degli anni cinquanta.
 
La verità è che ad Washington non va giù questo boccone amaro e sono disposti a giocarsi tutto, anche se sanno bene che questo sarebbe un errore gravissimo e le ginocchia tremano loro anche solo al pensarci. Infatti, sono ormai mesi che questa minaccia di aggressione militare al piccolo Stato asiatico coreano, viene propagandata con un altissimo eco in tutta la stampa del mondo occidentale ed oltre, ma ancora si aspetta che si concretizzi. 
 
La tensione si sta alzando sempre di più a livelli, veramente, straordinari. I moniti della Russia, per bocca del presidente Putin, che dichiara, ufficialmente, non esistere altro sbocco alla crisi se non quella diplomatica, non hanno alcun effetto su Washington.
 Sia Mosca che Pechino sono unanimi su questo punto. Le esercitazioni militari devono essere bloccate in entrambi gli schieramenti. Non può essere solo Pyongyang a dover subire ultimatum. Anche la coalizione opposta deve astenersi dalle provocazioni. Non esiste alternativa al riguardo. 
 
Per di più la Casa Bianca si muove fuori dal quadro di legittimità internazionale, in quanto non gode di alcuna autorizzazione da parte dell’ONU. Il suo interventismo è stato fondato sempre ed esclusivamente, sulla forza. Pertanto si tratta di prevaricazione e dimostrazione di violare i principi che governano i rapporti tra le Nazioni. 
Sono solo convinti che non esista nulla e nessuno in grado di contrastarli e raccoglierne la sfida. Si tratta di pura e semplice barbarie. Eppure si atteggiano a paese emblema di civiltà e cultura. Sono arrivati a dipingere le loro guerre come metodi di esportazione delle democrazie nell’intero pianeta, tanto per camuffare un piano di costruzione di un impero mondiale neocolonialista. 
 
Si dimostrano tanto tracotanti solo in quanto contano sul fatto che Mosca e Pechino  non avranno mai il coraggio di mettersi di traverso. Ma la realtà è ben diversa. Come dimostrato dall’intervento militare russo in Siria, e dai passi da gigante fatti dalla Cina sia in campo economico che militare, quei tempi di assoluto predominio mondiale americano, stanno ormai svanendo.
 
I problemi a livello planetario, provocati proprio dalle politiche belliciste delle potenze occidentali, hanno messo con le spalle al muro anche i leader più moderati e benpensanti come Putin o Xi Jinping, ai quali una resa dei conti militare proprio adesso che le loro economie girano a pieno ritmo e sperimentano un’evoluzione senza precedenti in ogni campo dell’attività umana, non è certo conveniente ed auspicabile. Ma se messe alle strette, di sicuro reagiranno. E sarà l’apocalisse!