Questo governo annaspa ormai nell’acqua alta: ecco perché il partito democratico deve stare alla larga dalle destre!

di Andrea Atzori


Che la storia avrebbe ripreso il suo sopravvento era cosa del tutto scontata. L’avevamo predetto! Un ritorno al potere della destra autoritaria, arrogante, reazionaria ed estremista era impossibile. Perché si trattava di un’ esperienza storica ormai fuori dai tempi, superata ed irripetibile. Il merito di avere salvato l’Italia è tutto da ascrivere alla magistratura. Essa ha dimostrato di non avere svenduto il suo ruolo e le sue funzioni. E’ rimasta fedele alla repubblica,  un guardiano della legalità e dell’ordine democratico, un argine invalicabile contro la tempesta che minacciava di travolgere le istituzioni democratiche. La fine non solo ingloriosa ma scandalosa di questo incipiente regime antidemocratico, anticostituzionale, ed illiberale, affondato in un oceano di ridicolo,  è una prova evidente  che  il progresso e l’evoluzione sociale e politica delle nazioni è una realtà scritta nelle leggi della natura umana prima ancora che in quelle degli ordinamenti giuridici. La storia non si ferma mai, non torna mai indietro, con le buone o con le cattive. Chi credeva che a determinare il corso degli eventi sarebbero stati sempre e solo gli esiti elettorali, ai quali ancora, ostinatamente, si appellano le destre, è rimasto smentito. Ed ancor più lo sarà in futuro. Perché il popolo non ha la disponibilità di determinare uno stravolgimento dei principi e dei valori sui quali si fonda lo Stato democratico. Egli gode solo di un altissimo privilegio che è quello di essere indispensabile al funzionamento del meccanismo legislativo. Ma non può interferire nell’architettura istituzionale semplicemente perché non è autorizzato, non rientra nei suoi poteri, così come gli sono stati riconosciuti dalla costituzione repubblicana. Infatti, non poteva essere altrimenti. Perché il cittadino è il soggetto destinatario di diritti e doveri derivanti dalle leggi, alla cui produzione è chiamato a concorrere, svolgendo la sua funzione di organo elettorale, attraverso la nomina dei suoi rappresentanti in parlamento.  Per questo motivo non ha il potere di sopprimere o trasformare radicalmente la struttura fondamentale su cui si regge tutto l’impianto dell’ordinamento costituzionale. La maggioranza dei cittadini avrebbe tutto l’interesse ad abolire ogni forma di legge! Anche i referundum spetta alla Corte costituzionale decidere se siano o meno ammissibili in base alla loro compatibilità con le norme costituzionali. La volontà del popolo non può intaccare i principi fondamentali sui quali si fonda l’ordinamento giuridico. La Costituzione ha predisposto i binari entri i quali la sovranità popolare si può esplicare. Essa ha stabilito i principi ed i limiti a cui questa sovranità è stata assoggettata. Prova ne sia il fatto che neppure il suffragio universale è un elemento indispensabile ed imprescindibile del sistema politico democratico e tanto meno di quello liberale. Infatti,  sappiamo che solo nel 1946 è stato introdotto in Francia ed in Italia. Alle origini della democrazia, esso subiva notevoli limitazioni sia in base al censo che in base all’istruzione. Il popolo gode del suo privilegio di partecipare al processo di formazione delle leggi, ma guai ad approfittarne, credendo di potersi collocare al di sopra di esse! Sarebbe un disastro, perché un sovvertimento dell’ordinamento per volontà popolare è assolutamente escluso ed impossibile, sarebbe un atto sovversivo. Per questo motivo sono stati predisposti i necessari rimedi atti a scongiurare queste catastrofiche eventualità. Gli organi giurisdizionali sono quelli a cui è stata affidata questa funzione di garantire il rispetto delle leggi, e la sopravvivenza dello Stato di diritto. Il principale garante della legittimità costituzionale dei provvedimenti legislativi sappiamo essere la Corte Costituzionale, ma anche al Presidente della repubblica spettano poteri di vigilanza posti a garanzia della costituzione, sia perché può rifiutare la sua firma a leggi palesemente incostituzionali, anche se non in modo determinante e decisivo, sia perché è il comandante supremo delle forze armate.  Questo ci fa capire quanto il popolo sia da vedere e concepire come un sovrano bambino che governa ed esplica i suoi poteri sotto la tutela di altri organi che hanno la funzione di vigilare sul rispetto delle regole fondamentali che non possono essere assolutamente travolte e violate. Se un governante pretende di potersi appellare al popolo per poter procedere a questa opera di demolizione dell’impalcatura normativa costituzionale costui non opera dentro al sistema ma fuori e contro di esso. Dall’evoluzione recente che stanno prendendo gli eventi, si direbbe che, ormai, si sia già delineato in modo chiaro ed incontrovertibile, il tramonto inesorabile della pretesa rivincita che il liberismo economico assistito, finanziato e sostenuto dall’interventismo statale alla rovescia, voleva prendersi sullo Stato sociale. Il fallimento di queste politiche liberiste per forza, è ormai direttamente affondato in un mare di ridicolo. Il parassitismo del capitalismo italiano che ha partorito il regime berlusconiano  è diventato un fenomeno scandaloso assolutamente intollerabile. Lo stesso leghismo padano che è solo la faccia più abietta e spregevole del regime anzidetto, perché fondato sull’odio razziale ed antiitaliano, è destinato, assai presto, a fare la stessa identica fine. Sempre sul presupposto del fatto che il consenso popolare non può decidere del destino della nazione. A meno che per potersi affermare, queste forze sovversive,  come pare di poter intendere, non scivolino sul terreno del tradimento dichiarato alla nazione attraverso la richiesta di intromissione ed ingerenza di potenze straniere nei fatti interni del nostro Stato.  Sarebbe, questo,  un fattore decisivo che renderebbe inevitabile il ricorso all’uso delle forze armate come strumento di difesa, da parte del capo dello Stato nella sua funzione di comandante supremo. Possiamo, pertanto, renderci conto, attraverso un chiarimento dei punti fondamentali della questione,  di quanto i nostri politici stiano scherzando con il fuoco, ed illudendo il popolo che, purtroppo,  non riesce da solo a capire.  Inoltre, per complicare la situazione, sperimentiamo l’acuirsi, in questi giorni,  di un’altra gravissima questione, quella sociale, derivante dal braccio di ferro tra imprese ed operai. L’esempio della contrapposizione feroce tra la Fiat ed i suoi dipendenti è assai illuminante! 
Personalmente, riflettendo sulle assai deprimenti vicende sessuali del premier, mi viene da credere che a forza di voler dipingere i sistemi politici copiando dalla natura, si è proprio, letteralmente finiti per costruire un tipo di organizzazione che molto da vicino assomiglia a quella elementare delle formiche o delle api, in cui il parassitismo di organismi primordiali, spinto fino agli estremi produce come  fenomeno, appunto quello di un essere unico che si ingrossa ed ingrassa fino all’inverosimile, sfruttando il lavoro e l’impegno di tutta la colonia.   E questo sarebbe un modello di organizzazione politica e sociale di tipo umano? Credo proprio di no! Clero permettendo…..!