Giro ciclistico di Padania: I verdi ed i rossi. Il bianco è stato eliminato perché la bandiera nazionale pare sia, ormai, contro legge!




Di Andrea Atzori


Lo strano giro di Padania in cui  autorità politiche, sportive e forze dell’ordine, tifano verde e gli italiani che protestano sono solo rossi da accoppare.

 A quando un incontro di calcio tra le due nazionali? La nazionale Padana sfiderà, ufficialmente, la nazionale italiana? Sorgerebbe, in questo caso, solo il problema di stabilire quali, tra i campioni italiani, regolarmente convocati dal c.t. azzurro, siano da schierare con l’una o con l’altra formazione. Varrà il requisito anagrafico del luogo di nascita? Ci sarebbe da chiedersi, di che nazionale italiana stiamo a discutere? Forse non  è del tutto chiaro il fatto che, in una simile circostanza, almeno, per ora, sportivamente, non esisterebbe, una vera nazionale italiana, ma due nazionali, divise, spaccate, l’una schierata contro l’altra. Quindi, conosciamo il nome di una nazionale soltanto, quella padana, ma non ci è dato di sapere a quale altra nazionale si faccia riferimento. Sarà vietato, rigorosamente, sventolare il tricolore? Sarà consentito, a Bossi e figlio, bruciarne pubblicamente, qualcuno? Assisteranno tutte le autorità politiche dei due diversi Stati? Saranno tutti d’amore e d’accordo? Che fine avrà fatto il nostro presidente della repubblica e tutti gli altri organi costituzionali? Non vedo la contraddizione tra un giro ciclistico della Padania ed una partita di calcio, poniamo, tra Padania e Germania, Austria o Francia, ed una contro il restante territorio italico, di cui, ancora, non conosciamo la conformazione politica. Ad una situazione di questo tipo mi è dato di riflettere, nel venire a conoscenza di quella notizia recente, del blocco del giro di Padania minacciato da manifestanti, pare organizzati dal PRC, in cui i rossi sono stati caricati e rimossi dalle forze dell’ordine venute in soccorso ai verdi. Ed, allora, ecco emergere, la realtà della distorta situazione politica italiana, in cui un partito dichiaratamente, secessionista, viene ammesso dentro la sfera della legalità costituzionale. Non solo la Lega nord presenta, progressivamente ma inesorabilmente, il suo conto da saldare allo Stato italiano, ma non trova proprio alcuna resistenza dalla parte opposta, quella che, secondo la normalità della vita politica delle nazioni, avrebbe dovuto atteggiarsi da avversaria, pronta a vendere cara la sua pelle. Le autorità sportive, nonché quelle politiche,  che hanno dato il proprio assenso allo svolgimento di un evento sportivo come il giro della Padania,  hanno anche rivestito di sacralità giuridica, non solo l’esistenza di uno Stato nuovo come la Padania e la divisione o meglio la spaccatura del territorio nazionale, ma, anche, per deduzione logica, la morte dell’Italia, come Stato indipendente e territorialmente sovrano. A difendere questi provvedimenti, assolutamente, incostituzionali, le stesse forze dell’ordine, pagate con i soldi di tutti i cittadini italiani. E’ questa la dimostrazione, lampante, che, un vero e proprio governo centrale nazionale, non esiste più. Perché quello in carica è spostato, sbilanciato, in modo sproporzionato, sulle stesse rivendicazioni di indipendenza territoriale avanzate dalla Lega nord per la sua Padania.  Non sto qui a discutere se i rossi hanno fatto bene o male ad organizzare una tale manifestazione. Dico, però, che una situazione del genere, lascia ampio spazio per una riflessione molto grave, a cui la stampa nazionale ha dato, purtroppo, poco o nulla risalto.  Perché, se è vero che anche i partiti e i movimenti politici, in genere della sinistra hanno organizzato delle manifestazioni sportive di ciclismo, nessuno si illuda di poter nascondere l’enorme differenza che corre tra le due evenienze.  Perché, se di legittimità vogliamo parlare, allora mi si spieghi per quale motivo le autorità spagnole non consentirebbero mai ad un giro di ciclismo dei Paesi baschi, organizzato dall’ETA! Con la sola differenza che i Paesi Baschi, sono un territorio spagnolo, veramente, esistente, mentre la c.d. Padania, è solo un’ invenzione della fantasia di un gruppo di rivoluzionari filoaustriaci, votati a spargere odio tra il popolo italiano, spaccandolo in più parti e schierandolo e contrapponendolo  l’uno all’altro. La Lega nord è solo un movimento secessionista e, pertanto, fuori legge. Perché, la territorialità degli Stati sovrani, implica, necessariamente, che i movimenti che si prefiggono la soppressione fisica degli Stati sono da considerare non solo eversori, ma alla stregua di potenze straniere. La differenza fondamentale tra eversione e secessionismo, consta del fatto che, mentre la prima è mirata al rovesciamento di un regime politico, senza intaccare ed, anzi, in certi casi, difendendo   e proteggendo l’integrità territoriale dello Stato in questione, il secondo è preordinato, decisamente, alla soppressione non del regime imperante, ma dello Stato sovrano stesso. In effetti, la nostra classe dirigente politica, ha già buttato l’Italia al macero. L’ha appallottolata come un foglio di carta e gettata nel cestino della spazzatura.  Tutte le forze politiche del c.d. arco costituzionale, sia il centrosinistra che il centrodestra, hanno stretto dissennate alleanze politiche con la Lega nord. Queste iniziative, solo formalmente, sportive, ma con un contenuto di provocazione politica esorbitante, sono uno strumento di erosione continua e costante della dignità e della serietà dello Stato italiano. Il mio punto di vista sulla questione è che il processo di disgregazione nazionale procede molto più velocemente di quello di unificazione europea. Quando l’Italia sarà sparita dalla cartina geografica, l’unità europea sarà un fatto ancora da compiere e di interesse, esclusivo, delle altre nazioni del nord Europa e della Padania. In pratica la restante parte del territorio che oggi consideriamo essere ancora italiano, cioè il centro ed il sud, verrà risputato con disgusto. Facilmente, assisteremo ad una crescita sempre più imponente del potere del vaticano su quest’area mediterranea. Le lancette della storia verranno spostate di qualche secolo. Ma sarà poi vero che la santa romana chiesa sia capace di fare di questi miracoli? Staremo a vedere, forse non per molto, perché gli avvenimenti si stanno rincorrendo ed accavallando in modo veloce ed impressionante. Intanto, il popolo italiano dovrà prima assistere ed assuefarsi al prossimo avvenimento sportivo in calendario, cioè l’incontro, o lo scontro sportivo, tra la nazionale di calcio Padana e quella del restante territorio italico. A chi verrà assegnato il diritto di fregiarsi del titolo di campione del mondo conquistato in tante edizioni di questa competizione mondiale in tante parti del globo. Alla Padania di Bossi? Ma non scherziamo, costui ha pisciato sopra il tricolore! Eppure l’Italia aveva un esercito ancora integro, che non venne neppure sfiorato minimamente dai tagli alle spese pubbliche. Un esercito attrezzatissimo e potente che godeva di forti finanziamenti dello Stato e di cui, nessuno, mai, aveva posto in dubbio l’importanza e la necessità. Usato solo per effettuare campagne militari all’estero, per difendere gli interessi delle altre potenze occidentali colonialiste. Certo che fa una forte impressione osservare, tra Posillipo e viale Caracciolo a Napoli,  un cannoncino dell’Esercito italiano piazzato sopra un mezzo corazzato,  puntato in modo permanente, da un militare, sulla popolazione inerme che transita, attraverso l’arteria sempre trafficatissima, sia a piedi che in auto. E’ proprio vero, a quanto pare, che questa Italia è già in guerra contro se stessa!

Post scriptum


1) Le dichiarazioni di Gimondi, secondo cui al professionista sportivo non interessa l’aspetto politico della questione, dà la misura di quanto il mondo dello sport sia culturalmente e moralmente limitato e privo di ideali.  I ricorrenti episodi di c.d. campioni che si drogano per vincere le gare ne è una conferma. Il fenomeno del doping  nel mondo del ciclismo è umiliante per tutti gli italiani. Un vero professionista non ha orizzonti culturali chiusi, ma è sensibile a sentimenti di amore e rispetto per la sua patria.  Il fatto è che lo Stato, con le sue leggi e le sue regole, rimane stretto a chi, pieno di fama e soldi, considera  di essere ormai in condizioni di potersi liberare dal peso e dagli ostacoli che questi rappresentano per la loro smania e pretesa di essere superiori alla legge e, poter fare, così, tutto quanto gli aggrada, senza vincoli di nessun tipo.. E’ una sindrome molto conosciuta che colpisce soprattutto chi ha dei guai con la giustizia. Sappiamo che il mondo del ciclismo di questi guai ne ha passati parecchi. Questo non va ad onore  certo del ciclismo e parlare di professionisti seri è solo un eufemismo. Bisognerebbe guardare ad un altro mondo  per vedere la differenza, quello dei tanti nobili laureati che dopo una vita di studi e con l’animo pieno di ideali alti, pur disoccupati e costretti a cercare lavoro all’estero, continuano ad amare la loro patria e sentono questi movimenti politici razzisti e antinazionali che stracciano e bruciano il tricolore, come un’offesa personale, alla propria dignità e fierezza di essere italiani. Ma il mondo dello Sport è un’altra cosa, tutti  ne sono a conoscenza. Perché è molto facile e bello diventare miliardari pedalando e drogandosi.  Tutto frutto di una società distorta che ha perso i valori dell’umanesimo ed è divenuta una moderna barbarie!






2) E’ notizia recente che la CIGL ha licenziato il suo sindacalista che protestava contro il giro di Padania. Viene naturale una riflessione. Questa sinistra è la stessa destra camuffata. Il classico lupo travestito da agnello. In effetti, dell’Italia non importa più niente a nessuno. Sappiamo, infatti, che il giro di Padania è stato sponsorizzato dalle coop rosse dell’emilia e romagna. Ma, questa riflessione preoccupa vieppiù, se teniamo conto del fatto che la struttura politico-territoriale della lega nord è la stessa del vecchio PCI. Questo vuol dire che la nazione è stata svenduta allo straniero dalle stesse sinistre. Sono cambiati i colori politici ma le persone sono sempre le stesse. A qualunque schieramento politico si faccia riferimento. Il trasformismo questo significa, trasversalità delle ideologie che sono finite, è vero, ma solo perchè i politici si sono identificati in un’unica, nuova, ideologia, che ha agito come fattore unificante, la corruzione! Dalla realtà di fatto, pertanto, si deve desumere che sono tutti d’accordo. Destra, sinistra e centro, hanno deciso che la loro patria non è più l’Italia. Potrebbero obiettare che essi credono, quantunque ingenuamente, ma in buona fede, in una patria più grande, l’Europa. Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che questa nuova entità, oltre che ancora di la da venire, non considera proprio il secessionismo padano, come una minaccia alla propria futura sovranità. Sarebbe, insomma, un problema che non le interessa affatto. Questo vuol dire, in parole povere, che l’Italia guarda all’Europa, ma l’Europa non guarda all’Italia. Se questa nazione rimane definitivamente preda della secessione leghista, il vero risultato della politica del laissez faire, di questa classe dirigente, sarebbe la perdita della sovranità nazionale, senza alcun inserimento nella, eventuale, da venire, Unione degli Stati uniti d’Europa. Oppure, ancora più ingenuamente, costoro credono di poter entrare nella nuova europa, tutti come padani? Perchè poi questa intolleranza verso l’Italia e trasporto, invece, verso la Padania? Non sembra un pò strano, complesso e roccambolesco, questo nuovo processo di approccio all’unità europea? Un motivo in più per essere diffidenti? Dal mio punto di vista, la verità è solo una ed assai chiara. Dei paesi del mediterraneo non importa proprio a questa Europa, dove comandano solo le Nazioni forti del Nord. La crisi dell’Euro ne è una dimostrazione assai evidente. Se la lega nord, come sembra, avrà carta bianca, nella costruzione del suo disegno secessionista, il sud Italia, diverrà la nuova porta attraverso cui  passeranno tutti i popoli del terzo mondo, senza distinzioni di razza o geografia di provenienza. Questo vuol dire, anche, che per sventare  questa minaccia, le Nazioni federate del nord, saranno costrette e si sentiranno autorizzate a colonizzare e schiavizzare il meridione della penisola. Sarà la riprova della verità del fatto che il razzismo e l’odio per il povero ed il diverso, nell’Europa di oggi, non solo non sono finiti, ma non finiranno mai. Le premesse su cui è fondato il movimento leghista- padano sono queste. Perchè è la ragione che lo suggerisce. Coltivare le serpi in grembo è un mestiere assai pericoloso. In questo caso non si tratta neppure di un rischio, ma di vera e propria collusione con lo straniero. Ammesso e non concesso che gli altri Stati europei non siano più stranieri, allora due sono le possibilità: 1) riconoscere la Padania è ammettere l’esistenza di un nuovo Stato europeo. 2) L’Italia, pertanto,  sparisce dal nostro comune senso di intendere il mondo reale, ed il meridione rimane senza una patria, divenendo terreno di conquista, sia dal nord, che dal sud. Da terra e dal mare. Come è sempre stato fin dalla caduta dell’Impero romano. Tanto per non smentirsi ed non essere smentiti! Mai.