Rodotà e la marcia su Roma.








Di Andrea Atzori


Rodotà dice ” Sempre contrario a marce su Roma” e ” Quello che decide il parlamento è sempre democrazia”. Due errori marchiani, sotto il profilo giuridico e politico, che tradiscono la sua appartenenza alle élite politiche, economiche e sociali. Primo, questa di Grillo e della sinistra non è una marcia su Roma, Perchè non è contro la democrazia ma per la democrazia, in quanto sono stati violati i principi del sistema politico imperante. Vi immaginate in USA o Gran Bretagna i due maggiori partiti, progressisti e conservatori che si uniscono per formare un governissimo? Impossibile, perchè sarebbe dittatura, in quanto verrebbero violati i principi su cui si fonda la democrazia, cioè il confronto tra maggioranza ed opposizione che richiede, per sussistere, appunto, l’esistenza di una maggioranza ed una opposizione. Il nostro è un sistema ormai maggioritario, essendo stato abbandonato da tempo quello proporzionale che questi cd. inciuci consentiva. L’accordo per il presidente della repubblica sottintende quello per il governo che ben sottintende a sua volta, il funerale della democrazia a favore di Berlusconi, in quanto si fonda sulla garanzia di impunità per un delinquente! E questo, l’esimio professor Rodotà, lo comprende assai bene. Ma fa comprendere bene anche a noi che con queste affermazioni anche lui non è differente dagli altri e che pur essendo della sinistra, ciononostante, è favorevole all’inciucio che in regime maggioritario significa totalitarismo ideologico di estrema destra squadrista e razzista. Insomma sono tutti uguali, perchè li accomuna il benessere economico, ormai acquisito, a cui non vogliono e non possono rinunciare. Tornassero poveri, cambierebbero subito di parere. Secondo, quello che decide il parlamento è sempre democrazia. Altro errore. Questo parlamento è intriso di fascisti che sulla base del dettato costituzionale, per le ideologie propagandate e per i loro trascorsi storici e familiari, non potrebbero sedere sugli scranni di un parlamento democratico, essendone la negazione. Proprio costoro sono una vera minaccia di marcia su Roma, per cui i rapporti sono stati invertiti dal professor Rodotà. La verità è che, in Italia, è divenuta antidemocratica solo l’ideologia di sinistra, anche se moderata, mentre quella di destra, anche se estrema, è stata resa compatibile con una cornice costituzionale in cui di democratico è rimasto il solo quadro generale, ma che sostanzialmente, viene non solo disattesa, ma annacquata ed edulcorata giusto il tanto da rinnegare se stessa ed i suoi principi, per costringerla ad accettare il bacio della morte che i protagonisti inossidabili del mondo della politica italiana si apprestano a darle. Uomini impresentabili collusi con le più feroci organizzazioni criminali, rei dei più esecrabili misfatti contro il patrimonio pubblico, voraci ed insaziabili divoratori di risorse pubbliche, pronti a scappare con il malloppo, in ogni momento, nei più sicuri paradisi fiscali che questo pianeta è in grado di offrire. Il professor Rodotà, dall’alto della sua scienza accademica non è diverso da Napolitano, perchè in questa politica italiana dei nostri giorni, nulla si crea e nulla si distrugge, in quanto sia il mondo accademico che i mass media ed i centri nevralgici del potere politico ed economico, sono tutti conformizzati ed allineati alla destra anche estremista, antidemocratica e totalitaria. Con il nuovo governo di unità nazionale che Napolitano si appresta a varare la costituzione subirà tanti e tali mutamenti dei suoi principi fondamentali da renderla stravolta ed irriconoscibile, in contrasto stridente con quelle degli altri paesi occidentali. Perchè l’Italia ha da scendere nella sua fossa. Segno certo che il popolo nel suo complesso, non ha raggiunto ancora un punto saldo di maturità culturale ed una coscienza condivisa a livello individuale e collettivo, del valore supremo del rispetto delle leggi del proprio ordinamento giuridico.