La parità di genere



Di Andrea Atzori

Parità di genere non è conciliabile con meritocrazia. Se fosse questo il vero problema da risolvere, dovremmo imporre anche nelle scuole e nel lavoro, la parità di genere. In ogni aspetto della convivenza umana, uomini e donne divisi in parti uguali. Gli insegnanti, i datori di lavoro, costretti a promuovere od assumere non il migliore, tra uomini e donne, ma un numero uguale di uomini e donne. Il chè è vera follia. Perchè molti uomini o donne troverebbero porte aperte, non in considerazione della loro bravura ma per il sesso di appartenenza. Senza considerare il fatto che specie in parlamento, ma anche in tutta la società organizzata, la donna non solo è avvantaggiata dal sesso, ma è anche più protetta per il fatto di appartenere al c.d. sesso debole, che poi, in effetti è quello forte. Nel mondo del lavoro in genere è più difficile trovare una donna emarginata che un uomo. Un notiziario del telegiornale RAI, tempo fa, divulgava uno studio sociologico, secondo cui nei posti di lavoro, in particolare nella pubblica amministrazione, i rapporti sessuali venivano fatti per fare carriera. Proprio come i Bonobo, scimmie che usano questa funzione riproduttiva per  stringere alleanze ed accordi in genere. Per quanto riguarda il parlamento, il cantante Battiato di certo non diceva una sciocchezza quando affermava che il  parlamento era intriso di donne disposte a tutto pur di fare carriera. Dichiarazione che gli è costata cara, ma su cui la maggior parte del popolo non poteva non essere assolutamente d’accordo. Una nobildonna americana non risparmiava alla figlia sempre il suo solito e fondamentale consiglio, “ricordati, figlia mia, che sei seduta sulla tua fortuna”!

N.B. Per gli stessi motivi questa legge sulla parità di genere dovrebbe essere incostituzionale, per violazione dell’art.3 della costituzione, uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge.

Detto questo, tanti auguri alle donne per la loro festa, questa di oggi, 8 marzo 2014.