L’ospedale Angelucci di Subiaco non deve chiudere. La politica si fermi dinanzi alla salute dei cittadini.

 Di Andrea Atzori
Il governo tecnico di Mario Monti nacque con una vocazione ben precisa. A seguito delle pressioni internazionali dovute alla situazione economica italiana, immersa in uno stato di perenne e difficile crisi, dovuta al debito pubblico altissimo e sempre in ascesa, dalla quale il paese non si è ancora pienamente risollevato, ha dovuto intraprendere tutta una serie di manovre finanziarie dirette a tagliare le spese della pubblica amministrazione, sul presupposto che il debito pubblico dipendesse in prevalenza dai costi dei servizi pubblici. Ben sapendo, però, che questa austerity imposta dall’alto, oltre a limitare gravemente, la sovranità nazionale, avrebbe inciso fortemente, non solo sulla qualità dei servizi, ma addirittura, sulla sopravvivenza dei servizi stessi. Fino a rendere impossibile garantire ai cittadini quei minimi trattamenti e prestazioni di natura sanitaria, per le quali, ciononostante, essi continuano a pagare le tasse, perfino aumentate. La realtà è che quel debito pubblico non è dovuto alle spese per i servizi pubblici, ma alla corruzione in cui naviga tutto il sistema politico ed amministrativo interconnesso, nel quale specula a doppie mani, l’alta finanza e l’imprenditoria senza scrupoli. Ne è un esempio questo dell’Ospedale Angelucci di Subiaco, comune della Val dell’Aniene, nell’alto Lazio, caduto nella scure calata dalla Spending Review del governo Monti. Un comune montano che soffre tutte le difficoltà dovute alle condizioni atmosferiche invernali e le carenti condizioni infrastrutturali caratteristiche di tutti i comuni italiani di questo tipo. Il servizio sanitario, in primo luogo, è quello più a rischio in realtà sociali inserite in questo contesto ambientale. Ma la tagliola del prof. Monti non si ferma neppure dinanzi a considerazioni di tale gravità. L’ospedale deve chiudere e tutta la popolazione ricacciata in una situazione di degrado sociale tipico del mondo sottosviluppato. Sto seguendo da qualche tempo la battaglia ingaggiata dalla popolazione per costringere le istituzioni a tornare sui loro passi ed evitare che uno scempio del genere possa essere condotto a compimento. Il governo non può rispondere che non ci sono le risorse economiche sufficienti per evitare questo tracollo sul fronte della salvaguardia dei diritti dei cittadini alle cure e prestazioni sanitarie. Il governo sa bene che la salute dei cittadini viene prima di tanti altri interessi inutili per la collettività, su cui lo Stato investe sempre in modo assai consistente, come ad esempio il settore industriale automobilistico, che oltre che essere privato è anche dannoso per l’ambiente e per l’economica, considerato che le somme finanziate vengono esportate all’estero in paesi dove si produce a bassi costi di manodopera. Così che, oltre che togliere ai servizi pubblici, cioè alla loro finalità istituzionale, le risorse finanziarie derivanti dalle imposte pagate dai cittadini, le destinano, addirittura a creare posti di lavoro all’estero. L’interferenza indebita ed illecita, tra l’interesse pubblico e privato porta a questo abominio. In tempi di crisi diminuiscono e scompaiono le garanzie e protezioni sociali per il cittadino, ma la perdite finanziarie dovute alla corruzione politica continuano ad aumentare in modo stratosferico, tanto che anche l’UE ha dovuto segnalare questo triste fenomeno che costa all’Italia circa 60 miliardi di euro all’anno. Non si dica, pertanto, che una piccolissima realtà ospedaliera come l’ospedale Angelucci di Subiaco non possa essere salvata, anche solo con un sacrificio infimo da parte delle potenti lobby politiche e finanziarie che radicano le loro fortune proprio sulla pelle dei cittadini onesti che ancora pagano le tasse. Un piccolo sacrificio anche da parte loro, credo sia il minimo che il popolo possa chiedere.