Guerra in Siria: al via i colloqui di pace a Ginevra mentre la guerra si fa globale.

 

 

 

Di Andrea Atzori

Minacce di Erdogan alla Russia, per presunte violazioni dello spazio aereo turco da parte dei cacciabombardieri russi, riaccendono lo scontro tra le due nazioni. I rapporti tesissimi susseguenti all’abbattimento del Sukoi 24, non si sono mai placati. Il timore che il peggio potesse accadere non era infondato. La Russia ha risposto con l’applicazione di sanzioni economiche ma senza ricorrere all’esercito.

Oggi, però, la Turchia dimostra di volerci riprovare e sarebbe fatale. Tanti analisti, in questi giorni, avevano già paventato questo rischio del possibile intervento armato in Siria da parte della Turchia, sul presupposto della sconfitta militare ormai imminente da parte dell’esercito, c.d. Isis, allestito con Arabia Saudita e Nato contro la Siria di Bashar Al Assad. Infatti, molto difficilmente, Erdogan avrebbe inghiottito il rospo.

Perchè esso significava rinunciare al suo sogno di instaurare in medio oriente ed Europa, un nuovo impero ottomanno. Sogno folle, perchè tale disegno presupponeva passare sopra il cadavere di una superpotenza come quella russa, che non ha mai cessato di essere tale, neppure dopo il crollo dell’Unione sovietica. Infatti, questa situazione di forte crisi militare, il gigante asiatico, lo ha sperimentato in occasione di ogni tentativo di aggressione da parte degli eserciti europei, ma in entrambi i casi, quello di Napoleone ed Hitler, la verità circa la superiorità militare dell’esercito russo è venuta, prepotentemente, ad affermarsi.

Dopo l’intervento della Russia, direttamente nel conflitto che arroventa il territorio siriano, il successo del califato ha cominciato a traballare, a subire dei forti contraccolpi. I bombardamenti aerei russi, hanno spianato la strada alla reazione delle truppe fedeli al presidente siriano, fiancheggiate da forze iraniane ed Hezbollah. La Nato non aveva più la possibilità di attaccare dal cielo l’esercito di Assad, anche se in qualche occasione ci ha provato, per il timore di scontrarsi faccia a faccia, con i caccia russi. L’asse atlantico aveva, pertanto, perso la guerra in Siria, in quanto una prova di forza estrema avrebbe significa uno scontro diretto con la Russia.

Ma la classe politica guerrafondaia statunitense ad Washington, pare abbia deciso di risputare il veleno, accettando di correre il rischio fatale di uno scontro diretto con l’altra superpotenza mondiale, la Russia di Vladimir Putin. Infatti, la discesa in campo delle truppe Nato di terra è già stata preannunciata, con dovizioso anticipo, alla stampa internazionale che l’ha diffusa e rilanciata, in ogni angolo del pianeta.

Gli Stati Uniti stanno procedendo a ritmo serrato, a costruire le strutture militari nel nord est siriano, da cui lanciare l’offensiva. La Russia sta facendo altrettando, installando imponenti apparati all’avanguardia della tecnologia militare moderna, in attesa che l’inferno si scateni.

Il tutto sullo sfondo di un falso tentativo di risoluzione politica di una guerra catastrofica, degenerata in delirio inumano, che assomiglia tanto alla presunzione di voler incollare con lo sputo un preziosissimo vaso frantumato per terra. Il punto a cui sono già arrivate le operazioni militari in Siria, non danno change ad alcuna possibilità di dialogo tra popoli ormai rosi da un odio mortale.

Calcolando anche l’altro fronte aperto della guerra in Ucraina, con gli eserciti Nato già schierati alla frontiera della Russia, in cui continuano ad ammassarsi le forze di uomini e mezzi, in attesa che venga impartito l’ordine di attacco diretto contro di essa, credo non esista chi si senta di scommettere un centesimo sulla possibilità di mantenimento dello stato di pace sul pianeta Terra.

Una bomba esplode in una moschea sciita a Damasco. Quasi cento i morti, centinaia i feriti. Isis rivendica.

Colpo mortale ai colloqui di Ginevra sulla pace in Siria, questo dell’attentato Isis alla Moschea sciita a Damasco. Premeditato e preordinato a questo scopo.

Tenuto conto che, proprio in queste ore si riaccende lo scontro tra Russia e Turchia su un’altra presunta violazione dello spazio aereo turco da parte di un cacciabombardiere Sukoi 34 russo, dopo che già un altro caccia russo S24 era stato abbattuto, provocando la morte di un pilota, sempre su questo pretesto ed essere risultato provato, oltre ogni ragionevole dubbio, esser falsa questa asserzione della violazione dello spazio aereo turco; considerato, inoltre, che la Nato non ha perso tempo a schierarsi a fianco della Turchia; tutto ciò significa che l’asse atlantico è già pronto all’invasione di terra in Siria e lo scontro militare con la Russia ormai preventivato come inevitabile.

Sono queste, sia l’attentato alla moschea che le minacce di Erdogan alla Russia, entrambe delle provocazioni in vista dell’imminente invasione con truppe di terra, del territorio siriano da parte della Nato, mentre a Ginevra si stanno aprendo i negoziati per la soluzione politica della gravissima crisi internazionale. Una vera bomba diretta a sabotare il processo di pace! Un nuovo attacco ai cacciabombardieri russi è oggi inconcepibile, se non si da per scontato uno scontro aereo tra le due nazioni.

Infatti la Russia aveva già deciso dopo il primo incidente, di scortare con caccia da combattimento puri, i c.d. Sukoi 30, i cacciabombardieri che volavano sui cieli della Siria. Ha anche installato, in vari punti strategici, gli S400, missili antiaereo, tra l’altro mobili, cioè trasportabili con automotrici, in previsione di questa eventualità, cioè la violazione del cielo sovrano della Siria da parte degli aerei Nato.

L’inizio delle operazioni militari di terra, dirette all’invasione del territorio siriano, da parte della Nato, è stato già annunciato da alcuni giorni, dal Pentagono. Si tratta solo di far scoccare la classica scintilla che farà scoppiare l’incendio. Lo scontro armato tra aerei Nato e Russi alla frontiera con la Siria, servirà proprio a questo.

La guerra mondiale sta per iniziare. Il destino del pianeta è ormai segnato. Si sapeva che la follia umana avrebbe prevalso sul buon senso. Un fatto calcolato, pressochè inevitabile, quanto un evento naturale!